Al Gurlea i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile del Comando Compagnia carabinieri di Salerno hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito dell’indagine relativa alla morte di ROSSI Sergio avvenuta il 28 settembre 2012.
L’arresto del GURLEA segue di pochi giorni quello della complice BOT Elena, catturata nelle scorse settimane in Germania sempre su mandato di arresto europeo emanato nella stessa attività di indagine.
ROSSI Sergio, 64 anni, storico militante della destra salernitana, venne trovato da alcuni passanti riverso sul marciapiede di Corso Garibaldi, in fin di vita. Trasportato in condizioni gravissime presso l’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, morì dopo sei giorni in coma per le emorragie cerebrali causate da una frattura al cranio.
Le indagini avviate dai Carabinieri della Compagnia di Salerno immediatamente dopo i fatti e coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno, consentirono di raccogliere gli elementi utili per appurare che la morte di Rossi era conseguenza di una rapina perpetrata dai due soggetti di nazionalità rumena, che avevano aggredito l’anziano con un oggetto contundente al fine di impossessarsi del suo telefono cellulare, procurandogli le ferite che poi si sarebbero rivelate fatali.
GURLEA Fanel e BOT Elena, oggi indagati rispettivamente per omicidio volontario e per favoreggiamento e ricettazione, sentendosi braccati dagli investigatori, nei giorni successivi alla morte di ROSSI si diedero alla fuga facendo rientro nel proprio Paese.
Le indagini proseguite senza sosta fino alla loro individuazione e cattura, si è avvalsa della collaborazione del servizio per la cooperazione internazionale di polizia, con l’ausilio di unità di polizia tedesche e rumene.
Per il GURLEA e la BOT, ora detenuti nel carcere di Roma Rebibbia, verrà fissata una nuova udienza preliminare nel corso della quale i giudici del Tribunale di Salerno decideranno sul loro rinvio a giudizio.
COMUNICATO UFFICIALE CARABINIERI SALERNO
Fuori tutta la gentaglia e pena di morte.
SERGIO GIUSTIZIA E FATTA SPERIAMO CHE BUTTINO LA CHIAVE QUESTI VERMI SONO IL NULLA CI SAREBBERO PENE DIVERSE MA L’IATALIA E IL PAESE DEI BUONISTI…….
Che bestie,ammazzare una persona per un cellulare. Dopo le nove di sera quella zona limitrofa alla stazione diventa molto pericolosa,per la variegata gentaglia che vi sosta.Ci vogliono più controlli da parte delle forze dell’ordine,altrimenti quello che è capitato al povero Sergio è facile che possa ripetersi. Buttare la chiave? Io li butterei a mare,altro che mare nostrum.