Sanità in Campania, i ‘Conti’ non tornano (di Tony Ardito)

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tony_ardito_foto_2La scorsa settimana la Campania ha dovuto registrare l’ennesimo episodio di “mala gestio”. Danni erariali per 16 milioni di euro hanno portato alla notifica di numerosi provvedimenti giudiziari della Corte dei Conti di Napoli a dirigenti delle aziende sanitarie, ospedaliere ed universitarie della regione.

Le indagini hanno permesso di riscontrare le somme indebitamente spese a carico del bilancio regionale in seguito all’assegnazione di incarichi da primario e vice-primario in esubero rispetto a quanto imposto dalla spending review.

Sono 132 i primari e 254 i vice in eccedenza contestati alla Asl Napoli 3 Sud (area di Torre del Greco); alla Asl di Avellino risultano 28 dirigenti in più ed a quella di Salerno ad essere in eccedenza sono 30 unità operative complesse.

All’ospedale di Nola c’è un primario e uno staff nonostante sia previsto un solo posto letto, mentre all’ospedale Cardarelli di Napoli ci sono 5 reparti di medicina con altrettanti primari, 3 di chirurgia e 2 di ortopedia.  Sarebbe, quindi, duplicato se non triplicato il parametro secondo il quale è previsto un primario ogni 17,5 posti letto.

Tra il 2014 ed il 2015 sono stati retribuiti 523 incarichi di primari e pagate 1915 indennità di dirigenza in eccedenza rispetto alla dotazione organica prevista.

Ciò ha fatto scaturire i 49 provvedimenti giudiziari – 29 inviti a dedurre e 20 ordini autoritativi – emessi dalla Corte dei Conti di Napoli nei confronti di dirigenti delle aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie per danno erariale. L’Asl Napoli 1 è l’unica estranea alla vicenda.

In base ai dati descritti, che tuttavia andrebbero analizzati nelle fattispecie ed anche contestualizzati rispetto alle singole realtà in cui sono calati, risulta evidente che l’autonomia gestionale delle singole aziende sanitarie o ospedaliere sia deficitaria e risenta pure di un condizionamento, non già politico, ma della politica e talvolta della inadeguatezza di una classe dirigente scelta sovente non per meriti riconosciuti, bensì per fedeltà ed appartenenza.

Quella della Sanità rappresenta la maggiore voce di spesa del bilancio della Regione Campania; ma al netto di doverosi distinguo e delle pur presenti eccellenze, il servizio reso alla utenza non fa riscontrare dati, nella media, considerati soddisfacenti. In tutto ciò, ci sarebbe da ricordare che la nostra Sanità è  ad oggi ancora commissariata.

La riflessione svolta solo poche settimane fa sulla esigenza di una più razionale organizzazione dei servizi erogati, alla luce dell’accaduto – ahimè – si conferma e rafforza. La centralità della assistenza al cittadino è prioritaria rispetto all’interesse di parte.

La individuazione delle figure apicali, risponda finalmente alla oggettiva valutazione di competenze acclarate e capacità manageriali dimostrate. In Campania come altrove, nonostante tutto, esistono numerose intelligenze e professionalità alle quali non è stata ancora offerta la giusta opportunità; mi piace immaginare che almeno in questo delicatissimo settore la meritocrazia  possa non essere la eccezione.

editoriale a cura di Tony Ardito

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