San Matteo andrà nei quartieri, i portatori dialogano con le parrocchie

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San_Matteo_portatoriUna tempesta in un bicchiere d’acqua. Tra indiscrezioni, note ufficiali stop preannunciati ma non confermati c’è voluto l’incontro tra i vertici del Consiglio Direttivo” dei portatori di San Matteo e la parrocchia di Santa Margherita per mettere fine ad inutili discussioni su una vicenda che rischiava di trasformarsi nell’ennesima polemica attorno al Santo Patrono. I capi paranza hanno incontrato nel pomeriggio Don Sabatino parroco di Santa Margherita manifestando il  completo ed incondizionato sostegno alla pellegrinaggio della Statua del Santo Patrono.

Ribadito, come fatto tra l’altro nella nota di qualche giorno fa l’opportunità di una presenza del busto del santo anche nei quartieri, a sostegno e valorizzazione di una partecipazione sempre più ampia e sentita. Quindi nessuna divisione, nessun nervosismo, ma solo collaborazione sulla gestione di questo importante evento con i Portatori delle chiese ospitanti, per i Salernitani e l’intera comunità religiosa. Anzi è un momento importante di confluenza di buoni propositi che dobbiamo salutare con piacere e convinzione è stato ribadito

La presenza del Santo nei quartieri è un evento che valorizza l’aspetto religioso e il sostegno dell’intero Consiglio Direttivo che non ha nessun sintomo di nervosismo in quanto il rispetto della tradizione che vede i portatori impegnati nell’accompagnare e portare il santo anche nei quartieri, resta una prerogativa inamovibile e rispettata da tutti gli approfondimenti già in corso nei quartieri interessati, con l’incontro con i Portatori di Fratte S.Eustachio già avvenuti La valorizzazione della fede per il santo nei quartieri è la valorizzazione di una tradizione fatta di connotati chiari e precisi che oggi è condivisa da tutti.

10 Commenti

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  • Le parrocchie non hanno alcun bisogno di dialogare con questi marrani che se ne devono stare a casa loro se non il 21 quando è’ il loro turno.
    La statua di San Matteo non è’ loro e non bisogna certo chiedergli il permesso o delucidazioni in merito a disposizioni che ha dato la Curia ed il Parroco del Duomo.
    Basta con queste squallide e pacchiane sceneggiate. Sono dei portatori che devono solo portare quando vengono chiamati a portare se vogliono.
    Le parrocchie interessate hanno i loro fedeli che sono in grado di organizzare lo spostamento della Statua de Santo senza chiedere permessi e delucidazione a gentaglia che non ha alcun titolo in merito.

  • tutto che scrivono…tutti vergini…tutti giudici….infatti la chiese a Salerno sono piene di fedeli….abominio San Matteo su un camion una pagliacciata..senza alcun senso e vuota di tutto….

  • I portatori sono da sempre solo degli esibizionisti molto poco, se per nulla, Cristiani. Si tramandano il posto per eredità e se ne vantano. Le paranze dovrebbero essere formate da tutti coloro che bogliono partecipare e la curia dovrebbe adottare un metodo per sceglierli agni anno, perché, bisogna ricordarlo vista la realtà, che San Matteo è il Santo Patrono di tutti i Salernitani è non deve essere gestito da gente, per lo più, poco degne di farlo.

  • Questa città ormai è in mano ai “Lazzari” e, volente o nolente, il responsabile di tutto ciò ha un nome ed un cognome. Infatti, il loro protagonismo ha una genesi ben databile. Ma, quando mai si è visto che i portatori decidono o si rifiutano di accettare le regole della Curia che è padrona dell’evento religioso. I portatori, come dice il loro nome, debbono portare e “Basta”. Se la processione patronale diventa oggetto di bracci di ferro tra forze esterne e la Curia che quest’ultima la sopprimesse. Ormai da manifestazione religiosa si è trasformata in evento profano: “capisc ‘a mmé”!!!

  • Ora bisogna chiedere il permesso a questi tetri figuri delle paranze come, dove e quando poter disporre della Statua del Santo Patrono.
    La Curia o l’organismo che gestisce i festeggiamenti del 21 Settembre farebbe finalmente bene e subito ad allontanare definitivamente questi soliti arroganti personaggi prima che si ripetano nuovamente nella loro CAFONISSIMA esibizione di un paio di anni fa.
    Questa non è’ più pura devozione nella tradizione popolare ma una indebita appropriazione con squallidi tentativi di turbare la serenità’ e la gioia di una festa religiosa e popolare per imporre pretestuosamente la nullità’ di una ventina dì sfravicati.

  • Lasciassero in pace Salerno, i Salernitani e San Matteo con queste farse e balletti ed andassero privatamente a ringraziare colui o coloro che gli hanno trovato un lavoro in Città’ retribuiti, però, con i soldi dei Salernitani.
    Quindi, portate cassette di pesce e fate inchini personali sulle vostre ginocchia a chi volete ma non date fastidio ai Salernitani che vi devono pure pagare.
    Il buon Patroclo li ha trattati con i guanti ma con questi bisogna essere fermi e decisi e ricordargli giornalmente di stare al loro posto.

  • Qui la pazziella è finita in mano ai criaturi! Ci vuole ben altro che far girare una statua per i quartieri cittadini per riacquistare alla fede le coscienze secolarizzate, ormai altamente prive del senso morale, della spiritualità, del sacro, a parte persone catechizzate tanti anni fa. L’autorità del portatore sovrasta quella del clero, poiché non si tratta di altro che di una sarabanda folkloristica decantata di ogni contenuto sacro, anche qui si riafferma la cultura dei Clan, delle Lobby, delle Corporazioni, delle Caste.

  • Finalmente ci si sta rendendo conto che la festa patronale e’ divenuta in questo “ventennio”, la fiera della vanita’ per quattro strafacciati che hanno in pugno la citta’. Peraltro la pseudo confraternita gia’ l’anno scorso ha messo in difficolta’ l’autorità del vescovo, il quale, per primo ha intuito che il carosello sta degenerando.

  • Finalmente ci si sta rendendo conto che la festa patronale e’ divenuta in questo “ventennio”, la fiera della vanita’ per quattro strafacciati che hanno in pugno la citta’. Peraltro, la pseudo confraternita di pescivendoli e scaricatori, gia’ l’anno scorso ha messo in difficolta’ l’autorità del vescovo, il quale, per primo ha intuito che il carosello sta degenerando.

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