Lo spreco domestico è un sonoro schiaffo alla miseria (di Tony Ardito)

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tony-arditoOgni famiglia getta nella spazzatura cibo per 30 euro al mese, per un ammontare complessivo di 8 miliardi l’anno. Il calcolo è da ritenersi abbondantemente per difetto, poiché lo spreco domestico di cui si tiene conto nei sondaggi è quello percepito, le stime su quello reale quindi lo attestano sui 12 miliardi: il 50% in più.

Un importo a cui vanno sommate altre significative voci: sprechi della industria (1 miliardo e 160 milioni circa); nella distribuzione (1 miliardo e 530 milioni circa) e la perdita in campo cosiddetta (1 miliardo e 25 milioni circa).

Dai risultati della elaborazione sui dati della Borsa Merci Bologna, effettuato da Distal Università di Bologna e Last Minute Market, il totale ammonterebbe alla impressionante cifra di 15 miliardi e 615 milioni di euro all’anno. Praticamente, circa 1 punto percentuale di Pil.

“Cresce la percezione che lo spreco domestico è un serbatoio enorme di spreco (dal 15% del 2015 al 24% del 2016) ma solo 1 italiano su 4 riconosce nello spreco domestico la vera voragine degli sprechi in Italia, mentre le colpe sono date frettolosamente alla distribuzione, alla ristorazione o alla filiera”, spiega il fondatore di Last Minute Market, Andrea Segré, presidente del Comitato tecnico-scientifico Programma nazionale di Prevenzione rifiuti/sprechi.

Nel valutare tali dati non si può non rimanere sorpresi della gravità che essi esprimono. Mi viene subito da pensare che, forse come in nessun altra circostanza, qui è la responsabilità dei singoli, la attenzione che ognuno pone nei comportamenti quotidiani, la educazione alimentare a fare la differenza.

Di recente, il Parlamento ha approvato la legge contro lo spreco alimentare. È un intervento finalizzato a favorire, a fini di solidarietà sociale, il recupero e la donazione di beni alimentari, farmaceutici e di altri prodotti, a favore di soggetti che operano senza scopo di lucro. Per le aziende che attuano la cessione delle eccedenze alimentari sono previsti benefici fiscali. La lotta allo spreco alimentare è, dunque, inquadrata in una funzione solidaristica.

Al di là dei numeri e delle norme, da questo sonoro schiaffo alla miseria bisogna saper cogliere il forte richiamo, tutt’altro che retorico, ma etico, alle nostre coscienze. Forse molte cose dipenderanno dagli altri, beh è indiscutibile che questa è proprio una di quelle che invece dipendono da ciascuno di noi e dalle nostre piccole, importanti attenzioni.

 

editoriale a cura di Tony Ardito

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