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Salernitana: Gregucci a metà tra il divo e l’antidivo

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Angelo Gregucci, paradosso vivente, a metà tra il divo e l’antidivo, capace di ergersi a protagonista pur mettendosi giustamente dietro le quinte, per lasciare il proscenio ai giocatori. La gestione del caso Ginestra al triplice fischio con la squadra raggruppata in mezzo al campo è stato un esempio lampante di come affronta certe questioni l’allenatore granata. Tanti gli interrogativi che hanno accompagnato il parziale dietro front di Ginestra: il fastidio per i fischi, la voglia di far spazio ai compagni protagonisti del successo, tensioni interne con qualche compagno di squadra. Al di là di tutto ciò che conta è stato il modo con cui Gregucci ha risolto l’imbarazzante questione.

Il neo trainer granata è per la teoria del bastone e carota, bastona il gruppo quando è necessario, lo accarezza e lo protegge quando è consigliabile farlo… Per giunta, con quell’accento romanesco e le sue dichiarazioni mai banali proprio perché mai prese dal vocabolario dell’allenatore medio, è subito riuscito nell’impresa di rianimare un Arechi depresso e scollegato dalla squadra. L’allenatore giusto al posto giusto, non un messia ma uno che preferisce mettere giocatori propositivi in campo, piuttosto che utilizzare birilli unicamente esecutivi.

La nuova Salernitana è piaciuta per questo: perché ha già l’anima del suo nuovo mister, un po’ ragioniera, un po’ operaia. Certo, è presto per dire se la cura Gregucci sta già facendo effetto. Poco, troppo poco ragionare su una partita e contro un avversario modesto anche se proprio contro avversari modesti la Salernitana del passato ci ha abituato a stecche clamorose. Sullo sfondo resta la contestazione di parte della tifoseria come resta il veleno di Lotito.

In una intervista al Mattino il co proprietario ha detto di aver sbagliato perchè ha dato ascolto ai tifosi che gli avevano suggerito di richiamare Perrone. Perrone non era un aquila prima e non lo è oggi ma far passare il concetto che tutti i mali della Salernitana fossero ascrivibili all’ex allenatore è ingeneroso, patetico e di cattivo gusto per chi è dotato di un minimo di cervello

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