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Salerno; Vertenza ex Filtrona, l’arcivescovo Moretti incontra i lavoratori licenziati che chiedono l’intervento di Papa Francesco

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Questa mattina l’arcivescovo monsigor Luigi Moretti ha incontrato una delegazione di lavoratori della Filtrona, la fabbrica chiusa con il licenziamento in tronco dei dipendenti. L’incontro si è svolto nel palazzo arcivescovile. «Siamo lieti della sensibilità e dell’interessamento di Monsignor Moretti – sottolinea Anselmo Botte, segretario Cgil Salerno – in gioco c’è il destino di 81 lavoratori, molti dei quali under 40».

Nel corso dell’incontro i lavoratori hanno chiesto a Monsignor Moretti di interessare del loro dramma Papa Francesco. “Solo lui ci può aiutare in questa situazione”. I lavoratori hanno poi raccontato il dramma che stanno vivendo, i 40 anni di attività dell’azienda e la crisi lampo che ha spiazzato operai e sindacati. Monsignor Moretti ha mostrato grande sensibilità nell’ascoltare i problemi esposti. Nel corso dell’incontro l’arcivescovo Moretti ha sottolineato come “in questo momento devastante sul fronte occupazionale, dove prevale l’egoismo, ci deve essere un soprassalto di solidarietà generale, anche da parte delle istituzioni, che molto spesso litigano ognuno per conto suo e a volte si usa di essere l’uno contro l’altra”.

Dopo l’incontro in Curia, i lavoratori si sono spostati a Napoli  dove era in programma il tavolo regionale chiesto dalla Provincia di Salerno e dal Sindacato per cercare di trovare una soluzione alla vertenza della Essentra, in attesa di un confronto con la proprietà. L’azienda non si è presentata al tavolo, marcando così per la quarta volta visita. La Regione stigmatizzerà il comportamento del management aziendale e pertanto cercherà di attivare un tavolo di trattativa al ministero. Intanto prosegue il presidio permanente nella sala mensa dello stabilimento salernitano.

La regione si è impegnata ad aprire un tavolo istituzionale che coinvolga il Ministero. Anselmo Botte, segretario della Cgil di Salerno si dice soddisfatto dell’incontro, ma invita a fare presto perché le procedure di licenziamento in blocco sono scattate il 31 gennaio ed ora c’è tempo solo entro 45 giorni dalla data di avvio per trovare un accordo.
“La regione ha fatto capire che ci sono dei progetti di collocazione per le aziende in crisi – ha detto Botte  ai microfoni di Radio Alfa – Potrebbe essere una soluzione, accompagnata da ammortizzatori sociali, ma a condizione che si salvaguardino i posti di lavoro. L’aspetto negativo è il rifiuto dell’azienda a confrontarsi e a dire perché vuole chiudere, visto che anche la regione ha dato disponibilità ad agevolazioni fiscali, se ce ne fosse biosgno”.

 


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