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Ginestra a Il Mattino prenota il gol nei play off: Sogno il gol nella finale

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In una lunga intervista rilasciata in esclusiva alla redazione del quotidiano “Il Mattino” di Salerno Ciro Ginestra dice: “Ultimamente mi domando: chissà se mi arriverà tra i piedi l’occasione per realizzare il gol che porterà la Salernitana in serie B. Sto lavorando duramente per far si che quella palla arrivi proprio sul mio piede e per ritornare nuovamente un idolo dei tifosi granata. Mio figlio Samuele qualche giorno fa ha detto che vuole giocare a calcio e fare gol: la prima cosa che farò è mettergli addosso una maglia che abbia il numero 9, 10 o 11. Le altre non le deve proprio vedere”.

Su Lotito il “Cobra” dice: “Uno che prende la Lazio con una marea di problemi, come quelli che aveva il club biancoceleste, deve essere applaudito. Ognuno, ovviamente, ha i suoi motivi nel fare le cose. A Salerno, allo stesso tempo, deve essere apprezzato perché ha preso la Salernitana quando era fallita e con problemi economici, ha investito, ci ha messo passione e ha fatto cose straordinarie. Può fare calcio importante in questa piazza. Il problema docce al Volpe? In queste cose c’è il direttore Fabiani che lavora, è scontato però dire che questa sia una situazione di disagio ma dobbiamo essere bravi a convivere con questa difficoltà. Sono convinto che la proprietà risolverà pure questa problematica, e poi avere un campo a disposizione è già un gran bel vantaggio”.

Sugli allenatori che ci sono stati in questa stagione: “Non ho avuto un brutto rapporto con nessuno dei tre allenatori fin qui alternatisi, neanche con Sanderra nonostante il video che circolò su internet dopo la gara con il Viareggio. Il suo nome fu semplicemente il primo che mi venne in mente, non perché non avessi rispetto del mister e credo di averglielo anche dimostrato. Con lo stesso Perrone, viceversa, c’è stato un buon rapporto, soprattutto quando ci siamo chiariti su alcune cose, mentre Gregucci è quello che conosce meglio la mia storia e che mi ha conosciuto prima dei vari infortuni. Detto questo, non credo che gli errori siano stati solamente loro. Anzi, così come quando si vince, anche quando si perde è soprattutto demerito dei calciatori. Rifarei quel discorso con i tifosi, ma cambierei il nome del mister. Non era mia intenzione andare a colpire la persona Sanderra.

Ho pagato il mio essere sincero, cosa che non va tanto bene in questo sport. Ma sono contento di essere così, tutto quello che ho fatto me lo sono creato da solo. Avrei potuto certamente fare di più, ma preferisco sentirmi dire che sono scarso come giocatore ma che sono un uomo vero. Contro il Barletta, invece, alcuni tifosi presenti nell’angolo destro della sud offesero i miei figli e quindi non avevo intenzione di andare ad esultare, poi però Gregucci mi fece capire la situazione e tornai indietro. Nessun problema con il mister con il quale ho un rapporto sincero ed onesto. Rispetto alla prima esperienza vissuta insieme, oggi è sempre sul pezzo e forse un po’ meno scherzoso”.

Gli auspici di Ginestra: “In questo momento sta a me dimostrare che non sono finito, sapendo di non aver fatto bene in questa stagione ed essendo di conseguenza il primo ad aver fatto il mea culpa. Il gol più bello in carriera? Ricordo quello di contro-balzo realizzato dal limite dell’area di rigore con la maglia del Gallipoli a Crotone, un gol che valse la promozione. Con la Salernitana dico quelli con il Poggibonsi e con il Lecce, non tanto per la bellezza ma soprattutto per il contesto. Dal punto di vista personale mi interrogo spesso, ma credo di aver dato sempre tutto me stesso.

Dal punto di vista di squadra, viceversa, a Sorrento ero convinto di vincere il campionato ed invece perdemmo anche nei playoff. Futuro da allenatore nelle giovanili granata? Mi farebbe piacere perché vuol dire che apprezzano la mia persona e come interpreto il ruolo da calciatore, ma al momento non ci penserei ad accettare perché ho ancora tanta voglia di giocare e dimostrare di saper far gol”.

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