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Rubarono soldi e scarpe ad un clochard, arrestati due rumeni a Battipaglia

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Pestarono un clochard di nazionalità tedesca nel cuore della notte per sottrargli pochi spiccioli, un telefono cellulare e le scarpe. Il fatto è accaduto qualche giorno fa a Battipaglia. I Carabinieri sono risaliti, grazie alla lucida descrizione del clochard rapinato all’identità dei suoi aggressori. Si tratta di due cittadini rumeni di 40 e 50 anni. A casa dei due i militari hanno ritrovato le scarpe ed il telefono cellulare del clochard.

Si è chiuso nel giro di pochissimi giorni il cerchio dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Battipaglia intorno ai tre autori della brutale aggressione, avvenuta alle prime luci dell’alba del 4 aprile scorso, ai danni di un cittadino tedesco, P.N, 56enne, che dormiva accovacciato tra i cartoni all’interno di un negozio dismesso, sito in questa via Pastore, in pieno centro cittadino. I Carabinieri del Tenente GIGLIO, alle prime luci dell’alba di oggi, hanno fatto irruzione in una fabbrica in disuso sita alla periferia di Battipaglia ove hanno colto, mentre dormivano nei loro giacigli di fortuna, due fratelli rumeni, già volti noti ai Carabinieri, Florin RADUCU 45enne incensurato e Costantin RADUCU 39enne, già pregiudicato per rapina e furto.

I due sono stati sottoposti a fermo di indiziato dei delitti di rapina aggravata e lesioni personali perché dalle indagini condotte dai Carabinieri sin dai primi momenti dall’evento delittuoso era emersa chiara la loro responsabilità nella rapina ai danni del clochard tedesco, che versa ancora in condizioni critiche.

Ulteriore conferma della responsabilità dei due nell’episodio delittuoso è data dal ritrovamento, all’esito delle perquisizioni, del telefono cellulare frutto della rapina e di un paio di scarpe che sono state letteralmente tolte dai piedi del povero tedesco, dopo che era stato tramortito.

Anche il terso autore della rapina è stato identificato e viene adesso attivamente ricercato.

I due fermati sono stati condotti e rinchiusi nel carcere di Salerno a disposizione della Procura della Repubblica.

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