Depurazione acque nel salernitano: monito della Feneal UIL, “13 mln che non devono essere vanificati”

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ascea_litorale_mare_cilentoSventolano le bandiere blu sulla provincia di Salerno, una conferma del risultato degli anni precedenti, e puntuale arriva l’autoelogio della rappresentanza politica territoriale. A cominciare dalla Regione Campania, che ha sbandierato – è proprio il caso di dirlo vista la situazione – una nuova ondata di finanziamenti per la depurazione. Per i corpi idrici superficiali saranno stanziati  quasi tredici milioni, comprensivi del completamento del sistema di depurazione da Battipaglia a Pontecagnano, Salerno a Baronissi. L’aumento vertiginoso delle promesse di realizzazione di opere, proprio a ridosso della campagna elettorale, non può che destare qualche perplessità e una serie di forti dubbi.

Innanzitutto per una storia, quella campana e soprattutto regionale, che ha già fatto registrare notevoli ritardi in questo settore. Basta ritornare alla mente al 1993, quando l’allora giunta regionale lanciò il piano di depurazione che non è mai stato completamente attuato. Furono realizzati alcuni depuratori, ma gli importanti collettori – che avrebbero dovuto mettere in rete l’intero sistema – a venti anni di distanza ancora non ci sono. Prima ancora, nella seconda metà degli anni Settanta, addirittura la Cassa per il Mezzogiorno inserì Salerno nel progetto speciale per il disinquinamento del golfo di Napoli. Da qui il primo depuratore che fu quello attualmente operante a Salerno nella zona industriale. Negli anni poi vennero gli altri impianti per Alto, Medio e Foce Sarno.

Il sistema resta incompleto. E oggi la Regione rilancia quel progetto a distanza di quasi venti anni. Accogliamo con favore i buoni propositi, ma per evitare che la storia registri un ulteriore negativo ricorso, è necessario che vengano verificati a monte – per i singoli interventi – eventuali situazioni ostative che possano nei fatti bloccare le opere. Inoltre chiediamo alla Provincia, ente beneficiario del finanziamento, l’immediata convocazione di un tavolo di confronto con le imprese che si aggiudicheranno gli appalti per garantire livelli occupazionali e tempi certi nella realizzazione. Visto il momento di crisi, come sindacato siamo preoccupati per eventuali ribassi che possono tramutarsi in mancata sicurezza e lavoro nero. Ancor più se queste opere non avranno una seria ricaduta occupazionale sui territori interessati dove l’economia si regge soprattutto sui tanti lavoratori edili altamente specializzati ma oggi purtroppo disoccupati. La preoccupazione è ancora più cogente perché l’ente beneficiario del finanziamento  risulta essere la Provincia, ente in completa smobilitazione. Palazzo Sant’Agostino abbia la forza, adesso, di dare un segnale di vitalità affinché si vigili sull’utilizzo degli importi destinati al completamento del disinquinamento.

Il Segretario Generale della Feneal UIL Salerno – Patrizia Spinelli

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