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Crescent, De Luca a LIRATV: ecco perche la Soprintendenza sbaglia

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Crescent, il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, interviene sulla questione. “La vicenda è emblematica della palude burocratica del nostro paese. Dovremo portarla a conclusione con grande freddezza e serenità. In questo momento altre città d’Europa sono impegnate in operazioni di trasformazione urbana che costituiscono la ricchezza di quelle città e rappresentano lavoro. Il Crescent è innanzitutto 1000 posti di lavoro attualmente bloccati: nessuno può essere indifferente, neanche la Soprintendenza. L’Italia non può più essere un paese nel quale la trasformazione urbana è impedita da forme di ottusità burocratica e da inaccettabili impostazioni culturali tendenti alla mummificazione dei territori. Se questa vicenda maggiormente di dominio pubblico, diventerà un blocco per gli investitori in tutta Italia”, ha affermato De Luca oggi in tv, nel consueto appuntamento di Lira Tv.

“La vicenda amministrativa è semplicemente sconvolgente. Il Pua è partito 6 anni fa. La Sovrintendenza aveva due mesi di tempo per esprimere il proprio parere paesaggistico: è passato questo periodo senza che il parere arrivasse, e la legge prevede che a quel punto scatta il silenzio assenso. Noi siamo andati avanti e nel corso di questi anni, in altre 6 occasioni, la Soprintendenza è stata chiamata ad intervenire su aspetti parziali della piazza e del Crescent, dando ogni volta il suo nulla osta. Ora siamo arrivati all’ultimo piano dell’edificio. In nessun paese civile è possibile dire ciò che è stato detto. Il Consiglio di Stato ha stabilito che tutto ciò che è stato realizzato è pienamente legittimo: dunque l’edificio resta lì, non lo tocca nessuno. Ed ha inoltre ha delimitato l’ambito all’interno del quale deve essere arricchita la motivazione paesaggistica e, dunque, il pronunciamento della Sovrintendenza. Quindi non si può intervenire su tutto, la sollecitazione è ad intervenire su tre punti:

1) edificio: nella risposta alla Sovrintendenza saremo ancora più dettagliati;

2) contesto paesaggistico ed edifici circostanti: il contesto era quello delle baracche, gli edifici di contorno sono il palazzo ex Inail, della stessa altezza e di nessun pregio architettonico, e quelli della palizzata del lungomare, della stessa altezza e dello stesso stile architettonico;

3) rapporto tra edificio e contesto: la piazza orientata in quel modo risponde all’esigenza di mantenere libera la visuale del lungomare e della Costiera, una visuale che non è mai stata libera a causa della presenza di decine di capannoni. La Sovrintendenza fa un ragionamento arbitrario e culturalmente insostenibile: separa il paesaggio dall’architettura. La grande architettura non può non essere considerata parte del paesaggio, a meno che non si assuma che la difesa del paesaggio significa non cambiare niente. Il paesaggio straordinario del nostro paese è la risultante delle opere dell’uomo. Ciò che si può dire è se un corpo arricchisce o impoverisce un paesaggio. Il risultato è che in Italia la grande architettura contemporanea non ha spazio: chi vuol vedere un’opera di Renzo Piano deve andare a Londra o a Berlino. Io rispetto tutte le istituzioni, ma difendo con assoluta determinazione le nostre scelte. Poi, per carità, si può migliorare e correggere: su questo massima apertura. Riconfermo la piena disponibilità a far parte della commissione e a lavorare per affrontare tutti i problemi, a condizione di capire da dove partivamo e cosa stiamo producendo”

 

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