Santa Marina si oppone al gasdotto nel Golfo di Policastro

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santa_marina_consiglio_comunaleIl Consiglio comunale straordinario di Santa Marina ha votato no al passaggio del metanodotto “Sealine Tirrenica”  nel Golfo di Policastro. Centinaia i cittadini che si sono riuniti ieri sera presso l’aula Polifunzionale di Santa Croce per  esprimere i dubbi  e le perplessità riguardo un progetto poco chiaro e pericoloso per il territorio e per coloro che ci abitano.

“Questa battaglia non ha colore politico –ha spiegato il presidente del consiglio comunale, on. Giovanni Fortunato–l’Amministrazione Fortunato è assolutamente favorevole alle opere infrastrutturali ed in particolare al metanodotto, ma siamo  contrari al tracciato costiero che dal almeno 7 anni la SNAM sta cercando di imporre. Personalmente- continua il presidente del consiglio comunale- presenterò un’interrogazione parlamentare  al Presidente Caldoro e all’assessore all’ambiente Giovanni Romano, per bloccare questo progetto altamente impattante, pericoloso per il territorio e dispendioso, e per bloccare il finanziamento della rete interna,  sovvenzione che potrebbe essere investita per il ripristino delle strade del territorio cilentano”.

Il Comune di Santa Marina ieri sera ha espresso le proprie perplessità riguardo al passaggio  del metanodotto nel golfo di Policastro e ha diffidato gli enti sovracomunali al rilascio di qualsiasi autorizzazione alla Snam Rete Gas S.p.A.  perché per vincere questa battaglia bisogna essere uniti nel far sentire insieme la propria voce.

“ Per ora a protezione del territorio c’è una norma da me scritta – aggiunge Fortunato –  che pone il divieto assoluto di attraversare i fiumi più importanti del Cilento e del Vallo di Diano, in particolare  il Bussento , l’Alento e il Sele,  con pressione superiore a 30 bar. Non mi spiego-  ha concluso  l’on. Giovanni Fortunato- perché la SNAM insista nel voler realizzare un’opera in gran parte sottomarino che avrà un impatto ambientale costiero devastante, uno spreco di risorse miliardarie oltre a costituire un pericolo per i territori,  proprio perché prevede una pressione interna di 250 bar, in aree vulcaniche e sismiche, invece di ampliare un tracciato interno parallelo a quello già esistente e ultimato negli anni ’80 che prevede una pressione di 75 bar e un risparmio di oltre 10 miliardi. Questa  soluzione alternativa risulta certamente meno pericolosa e non rischia di compromettere il settore  turistico, unica concreta risorsa economica dei nostri territori”.

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