Campania: urbanistica; Caldoro, “Qui regole come in resto Paese”

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Stefano_Caldoro_scrivaniaIl punto di partenza è uno: “Il condono lo può fare solo il Governo, non la Regione”. Ecco perché Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, spiega, dopo l’approvazione del maxi emendamento che contiene norme legate all’Urbanistica, che quello che è stato fatto è puntare alla “pianificazione”. “È improprio parlare di condono – dice – Quello che si può dire è che il sistema vincolistico che ha caratterizzato una legislazione solo campana, è da tanto tempo normativa regionale nel resto d’Italia”. “Bisogna passare dal vincolo rigido alla pianificazione, alla tutela dell’ambiente – sottolinea – Dove i vincoli sono necessari, non li abbiamo toccati. Dove c’è inedificabilità i vincoli restano rigidissimi”. “Perché la regione Campania deve essere diversa dalle altre? Perché i cittadini campani devono essere trattati diversamente da quelli di altre regioni? – afferma – Se i critici rispondono a questa domanda, entreremo nel merito”.

“Applicare la normativa nazionale e quella delle altre Regioni non è uno scandalo – evidenzia – È piuttosto normalità”. “L’unica cosa che qui è stata fatta è stata creare vincoli che hanno prodotto crisi della qualità dell’edilizia – ribadisce – È assurdo pensare che nella zona rossa sia meglio far cadere i palazzi, ma non dare loro misure antisismiche. Una grande contraddizione che non esiste in altre parti d’Italia”. “Ciò che era sbagliato – aggiunge – era il sistema di prima che ha creato anche confusione edilizia, delle norme e dei cittadini”. Si teme un ricorso da parte del Governo? “L’esecutivo nazionale fa la sua parte e vedremo – risponde Caldoro – Ma quando ci sono normative applicate in tutta Italia è ben difficile immaginare che ci sia un trattamento differente per la Campania”.

“La speculazione generalmente nasce dalla confusione delle norme, nelle altre Regioni non è successo perché c’erano norme chiare – prosegue – Quando ci sono eccessi di vincoli l’effetto è l’illegalità, si parla di pianificazione”. E a quelli che definisce “critici”, Caldoro pone anche un’altra domanda: “Che differenza c’è tra Pagani, Cava de’ Tirreni o Nocera rispetto a Pompei? Perché le prime due devono avere una legislazione super vincolistica e Nola, Capua o Sant’Agata de’ Goti, invece, no?”. “Perché probabilmente – conclude – c’è una legislazione sbagliata”.

Fonte ANSA

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