Rita Cafaro al Ravello Festival con la sua “Divina”

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mostra_rita_cafaro_ravelloNel cartellone del Ravello Festival 2014, tanto spazio trova l’arte visiva nelle sue varie sfaccettature. Villa Rufolo accoglie infatti, quattro esposizioni davvero di grande pregio: la personale del grande scultore inglese, Tony Cragg, circa 50 opere del cinese Wang Guangyi, una piccola chicca che raccoglie le eccellenze dell’artigianato napoletano e una collettiva che mette insieme circa quaranta opere, tra ceramiche e installazioni dell’Associazione Pandora Artiste – Ceramiste.

Sono tutte donne le artiste che espongono nella Città della Musica con l’obiettivo di lanciare il “Progetto Ceramica Donna”, che vuole consolidare e sostenere l’universo femminile attraverso le creazioni di artiste, che si sono cimentate con il tema del Sud, leitmotiv proprio della kermesse campana.

Tra le opere in mostra spicca “La divina”, lavoro di Rita Cafaro, architetto con il vizio dell’arte. Originaria di Cava de Tirreni, la Cafaro, con alle spalle diverse partecipazioni a collettive e ad estemporanee, ha realizzato per la mostra di Ravello una donna onirica che nasce da una conchiglia. L’opera alta circa 2 metri, si compone di circa 130 lamine di ceramica policroma. Lamine curve che si rifanno chiaramente alle forme femminili e ai paesaggi della Costiera Amalfitana, “La divina” appunto.

Per la realizzazione della mia opera mi sono rifatta a Modigliani, pittore che amo. – confida l’artista – Nello specifico mi sono ispirata al suo Nudo rosso e, ovviamente alla nostra terra. Ho cercato di ricreare quella plasticità che mi ha sempre fatto pensare alle donne del sud e alle nostre coste”. Una donna che si innalza quasi a voler lasciare la sua casa, l’approdo sicuro per confrontarsi con il mondo. Una donna che vuole parlarci di bellezza, una bellezza senza tempo.

Le mie sculture sono un continuo affermarsi dell’identità, del mio personale rinnovamento artistico cercato e voluto con determinazione. – continua – L’ispirazione viene sempre dalle sensazioni che vivo, che mi coinvolgono e travolgono. Da ciò che mi appassiona. L’uso di un linguaggio non verbale è, come nella musica, pura esigenza interiore. Lavorare con altre artiste dà conoscenza e ispirazione, e dà la possibilità di rinnovarsi. Sono una donna di mare e, come un gabbiano, sento l’energia, vedo i colori, sento i profumi, ascolto la sua musica… e lascio libere le mie emozioni”. Conclude. Per visitare la mostra e ammirare “la Divina” c’è tempo fino al 31 di ottobre.

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