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Arrestato ad Albanella Giovanni Marandino: gestì la latitanza di Raffaele Cutolo

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Giovanni Marandino, 77 anni, noto quale esponente di spicco nella Nuova Camorra Organizzata negli anni Settanta e per aver gestito fino al maggio 1979 la latitanza del boss Raffaele Cutolo, è stato fermatodalla Polizia ad Albanella (Salerno). Nell’operazione sono state sottoposte a fermo, per disposizione della Direzione Distrettuale
Antimafia di Napoli, altre sei persone accusate di far parte di un clan camorristico di cui Marandino è considerato il capoL’ultimo arresto di Marandino risale al 2006 a Firenze, quando fu accusato di associazione mafiosa, usura ed estorsione. In quella circostanza, gestiva un clan nell’isola d’Elba. Le ipotesi di reato formulate nei riguardi di Marandino e degli altri sei sono associazione mafiosa, usura ed estorsione. Il clan – secondo gli investigatori – operava nella zona della Piana del Sele ed era attiva anche a Salerno e nell’agro nocerino.

Le indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Salerno sono cominciate nel dicembre scorso a partire da alcune estorsioni ai danni di imprenditori che per lavorare nella zona tra Eboli e Battipaglia, in provincia di Salerno, hanno subito ricatti e minacce. Da intercettazioni telefoniche e ambientali, e pedinamenti, gli agenti sono riusciti ad arrestare Ciro Casella, sorpreso a Capaccio (Salerno) con un’arma con matricola abrasa prima che si recasse assieme ad altri indagati a minacciare un imprenditore. Successivamente nella sua auto, a Salerno, è stato trovato un ordigno a base di tritolo. Nel corso della notte sono state eseguite anche numerose perquisizioni.

L’ultimo arresto di Marandino risale al 2006 a Firenze, quando fu accusato di associazione mafiosa, usura ed estorsione. In quella circostanza, gestiva un clan nell’isola d’Elba. Le ipotesi di reato formulate nei riguardi di Marandino e degli altri sei sono associazione mafiosa, usura ed estorsione. Il clan – secondo gli investigatori – operava nella zona della Piana del Sele ed era attiva anche a Salerno e nell’agro nocerino.

Le indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Salerno sono cominciate nel dicembre scorso a partire da alcune estorsioni ai danni di imprenditori che per lavorare nella zona tra Eboli e Battipaglia, in provincia di Salerno, hanno subito ricatti e minacce. Da intercettazioni telefoniche e ambientali, e pedinamenti, gli agenti sono riusciti ad arrestare Ciro Casella, sorpreso a Capaccio (Salerno) con un’arma con matricola abrasa prima che si recasse assieme ad altri indagati a minacciare un imprenditore. Successivamente nella sua auto, a Salerno, è stato trovato un ordigno a base di tritolo. Nel corso della notte sono state eseguite anche numerose perquisizioni.

Marandino – secondo gli inquirenti – era riuscito a riorganizzare le fila imponendo estorsioni ed usura ad imprenditori impegnati nelle attività di distribuzione di prodotti alimentari, market ma anche nel settore del cosidetto “caro estinto”. E proprio dalla collaborazione di alcuni di loro gli investigatori sono riusciti a fare luce sull’attività criminale. Il procuratore Lembo ha avuto parole di elogio per l’ottimo lavoro svolto dalla Polizia. I fermi avvenuti stamani si sono resi necessari per stroncare l’attività criminale. Alcuni imprenditori infatti in un recentissimo passato sono stati minacciati con le armi. Il procuratore della repubblica di Salerno ha ribadito la necessità di una forte collaborazione dei cittadini con le istituzioni. “Una parte del complesso probatorio -accusatorio – ha detto Lembo – si fonda sulle attività tecniche, ma una buona parte si fonda anche sulla collaborazione attiva dei cittadini onesti, a cui va il nostro grato pensiero”.

Fonte ANSA

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