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Alfano: “Sì al reato di omicidio stradale per chi si droga o beve e si mette al volante”

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Angelino Alfano torna a parlare di reato di omicidio stradale durante un workshop europeo sulla sicurezza stradale, svoltosi presso la Scuola superiore di Polizia. La sua idea in merito, come aveva già dichiarato precedentemente, è chiara: “Nei casi estremi di chi si droga o beve sapendo di dover poi mettersi alla guida occorre procedere con l’introduzione dell’omicidio stradale“.

Quello all’introduzione del reato di omicidio stradale è un sì assolutamente vigoroso da parte del Ministro degli Interni che chiede di intensificare i controlli su questi soggetti che fanno uso regolare di stupefacenti. Alfano, condivide per questi casi, l’approccio europeo ed espande anche all’Italia l’idea dell’ ‘ergastolo della patente‘ come soluzione efficace: “La patente non può essere una licenza di uccidere“.

Alfano ha ricordato anche che il numero delle vittime di incidenti stradali si è già ridotto, ma ha indicato come obiettivo quello europeo “che indica al 2020 un calo del 50% dei morti rispetto al 2010” incitando al raggiungimento. “Le vittime sono in costante diminuzione dal 1970, ma non ci accontentiamo, perché fino a quando anche solo una persona morirà dobbiamo lavorare senza sosta“. Il ministro ha quindi auspicato la realizzazione di una politica di sicurezza stradale che sia “più rigorosa“.

Il ministro si è poi rivelato più cauto sull’idea di accorpare le forze dell’ordine: “Ogni razionalizzazione della spesa che non tolga efficienza, la sosteniamo, ma sull’accorpamento bisogna fare una valutazione importante: il sistema delle forze dell’ordine funziona e prima di mettere mano al bisturi bisogna pensarci molto bene. Non si può depotenziare il sistema“.

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