Vertenza casa di cura La Quiete: tentativo di conciliazione fallito, lavoratori incatenati davanti all’ASL

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La_Quiete_SalernoLa rabbia dei lavoratori de La Quiete esplode dopo i fallito tentativo di conciliazione per la vertenza cheinclude anche il Cedisa: stamani la protesta è andata in scena davanti alla sede dell’Asl di Salerno. I dipendenti della casa di cura, esasperati si sonoincatenati per dare un segnale forte e puntare i riflettori sulla loro difficile situazione. Nelle ultime ore infatti è fallito il tentativo di conciliazione. Al tavolo delle trattative erano assenti i rappresentanti dell’Asl e della direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate. La proprietà invece, come riferiscono i sindacati Cisl e Cgil, si è presentata chiedendo un rinvio dieci minuti prima della riunione, consegnando a mano la richiesta ed incurante del fatto che oltre venti operatori erano in attesa sperando che si potesse concludere l’odissea dei circa 100 dipendenti, tra Quiete e CEDISA, che non percepiscono lo stipendio da quasi 6 mesi (il sesto maturerà in questi giorni).

C’è delusione e rabbia da parte dei lavoratori che hanno così deciso di dare vita alla protesta di oggi.  «Abbiamo esperito ogni utile tentativo – affermano i Segretari Generali Angelo De Angelis CGIL FP e Pietro Antonacchio CISL FP – ma purtroppo nemmeno la coscienza e il buon senso hanno prevalso nei confronti dei lavoratori che avrebbero necessitato di tutt’altra attenzione». «Rispetto ed obbligo morale –continuano i Segretari – verso i lavoratori e le loro famiglie imponevano un confronto sociale allargato a quanti avrebbero dovuto mostrare massima attenzione e cercare di trovare soluzioni praticabili a tutela sia dei lavoratori che dei pazienti». I sindacati sottolineano anche la fuga di responsabilità da parte di chi ha l’onere di salvaguardare il sistema a difesa del diritto fondamentale del lavoro e alla salute delle comunità di riferimento. Viene inoltre evidenziato da Cgil Fp e Cisl Fp che nessuna responsabilità è ascrivibile al manager Squillante, che attualmente eroga le risorse spettanti a scadenza naturale, anche se dai sindacati ci si aspettava la presenza di un delegato alla riunione indetta dalla Prefettura con il patron di Cedisa e Quiete. Infine, viene considerata grave anche la mancata partecipazione dell’Agenzia delle Entrate, perché evidenzia l’assenza dello Stato di fronte alla sopravvivenza di 100 famiglie sul lastrico che aggraveranno ulteriormente il bilancio negativo dei disoccupati nella provincia di Salerno ed il fallimento di strutture produttive gestite maldestramente con fondi pubblici.

Fonte LIRATV

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  • ma quando i dipendenti e i consulenti del CEDISA bloccheranno tutte le attività assistenziali ed ambulatoriali e pretenderanno di rivalersi sul patrimonio di Calabrese?

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