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Processione san Matteo, la Procura accusa: «Giravolte in omaggio ai camorristi». Venti indagati

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Notificati 20 avvisi di garanzia per quanto accaduto durante la processione di San Matteo. Per la Procura le “girate” volute dai paranzieri erano per ricordare gli esponenti dei clan uccisi. Per la Procura oltre alle accuse di turbamento di funzione religiosa e vilipendio di un ministro di culto c’è anche quella di aver voluto “omaggiare”,  da parte di alcuni portatori, con alcune giravolte non previste dal nuovo protocollo della Curia,  personaggi della criminalità salernitana.  “Omaggi” a esponenti del clan Grimaldi che negli anni Novanta fu protagonista di una guerra sanguinosa con il gruppo Panella-D’Agostino. Sulla processione indaga il sostituto Francesca Fittipaldi.

Nel provvedimento di conclusione delle indagini preliminari a carico degli indagati sono descritti tre precisi episodi: le giravolte della statua di San Matteo in piazza Portanova dove nel bar Chiancone fu ucciso Berardino Grimaldi. Sul Lungomare di Salerno, nei pressi del chiosco, dove fu ammazzato il fratello Lucio Grimaldi. All’altezza di via Velia, la strada che porta a piazza Portarotese, dove in un circolo di via Vernieri fu ucciso Lucio Esposito. Gli indagati non avrebbero rispettato gli accordi presi con la Curia che aveva vietato anche le soste  al Comune e alla Guardia di Finanza.

Tra gli indagati ci sono esponenti della tifoseria ultras e quattro donne che urlavano all’indirizzo del prelato offese e insulti.
Per i reati contestati è prevista una pena fino a tre anni. Ora gli indagati produrranno le loro memorie difensive affidate ai legali di riferimento tra cui il legale Cecchino Cacciatore.

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