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Tribunale di Salerno: secondo step dell’udienza preliminare sul Crescent

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La partita dei diritti edificatori, la sdemanializzazione dell’area di Santa Teresa, le cifre pagate dal Comune allo Stato e quelle incassate da Palazzo di città dai privati assegnatari, anche sotto forma di oneri di urbanizzazione. Tutto questo, ma anche altro, è stato al centro della seconda parte dell’udienza preliminare sul Caso Crescent, oggi in Tribunale a Salerno, prima che sulla richiesta di rinvio a giudizio del sindaco De Luca e di altri 21 indagati arrivi la pronuncia del giudice, attesa per venerdì prossimo. A smontare le accuse mosse dai pm Alfano e Valenti stamani hanno provato gli avvocati De Caro e Lentini, comparsi davanti al gup, Sergio De Luca, in difesa di Eugenio Rainone della Crescent srl, la società che sta costruendo l’emiciclo di Ricardo Bofill. I legali puntano a dimostrare la piena legittimità amministrativa delle procedura (cosa per altri versi già cristallizzata dal Consiglio di Stato) e a demolire l’impianto accusatorio sotto il profilo penale.

I reati ipotizzati dai pm Alfano e Valenti, infatti, sono il falso, l’abuso, la lottizzazione abusiva. La speculazione immobiliare del Crescent sarebbe sì legittima, ma fondata su un permesso a costruire fallace perché basato su una procedura in parte irregolare ed un’autorizzazione paesaggistica revocata. Inoltre, l’intera partita della cessione dei diritti edificatori con bando pubblico andrebbe approfondita in sede dibattimentale, per capire le relazioni intercorse tra amministrazione municipale e Demanio finalizzate all’acquisizione delle aree da parte del Comune di Salerno. Su quelle stesse aree per legge ci sarebbe dovuto essere un vincolo di inalienabilità per dieci anni, ma Palazzo di Città riuscì a dimostrare che parte dei suoli erano destinati al progetto Crescent di interesse collettivo per il comparto e quindi ne chiese l’acquisizione senza vincoli. Proprio su questa base avvenne, in un secondo momento, la cessione dei diritti edificatori ai privati, che pagarono al Comune l’equivalente della cifra sborsata per la sdemanializzazione.

Fonte LIRATV

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