”La vaccinazione anti-influenzale – spiega l’Oms – è sicura a tutti gli stadi della gravidanza e una volta che ci si vaccina, si passa l’immunità anche al bambino, proteggendolo per i primi sei mesi di vita”. Gli effetti collaterali più comuni del vaccino sono mal di testa, dolori muscolari, febbre, stanchezza e nausea. Se si hanno sintomi come febbre, tosse, vomito e diarrea, anche dopo essere state vaccinate, chiamare subito il medico, mentre se i sintomi sono più gravi, come difficoltà a respirare, pressione sul petto, confusione, rallentamento dei movimenti nel bambino e febbre alta che non risponde ai farmaci, bisogna andare subito al pronto soccorso.
Oltre alle donne incinta, gli altri gruppi a rischio sono anziani, persone con condizioni di rischio pre-esistenti (come l’asma) e gli operatori sanitari. Anche a loro l’Oms raccomanda la vaccinazione, dedicando uno specifico depliant per chi si prende cura dei malati, dal momento che sono più a rischio di esposizione della popolazione generale, e possono trasmettere l’influenza ai loro pazienti, più vulnerabili ad altre complicazioni.
Il vaccino, conclude l’Oms, va ripetuto ogni anno, e le misure per evitare di contagiare altre persone sono le basilari misure di igiene, come lavarsi regolarmente le mani con acqua e sapone e gettare i fazzoletti dopo essersi soffiati il naso. Stare a casa per evitare il contatto con altre persone, se malati, e considerare che si è infettivi un giorno prima della comparsa dei sintomi e fino a 5-7 giorni dopo.
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