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Il Natale granata

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In questo Natale, Lotito è il panettone. Morbido, quantomeno ammorbidito nei toni, da qualche tempo a questa parte, da quando – cioè – la squadra vince ed è in vetta alla classifica ed i tifosi sono presenti con numeri importanti sugli spalti dell’Arechi. Dentro di sé, l’uva passa ed i canditi: la dolcezza del passato, quello della serie A a cui spesso i tifosi fanno riferimento al passaggio del patron sotto la Curva Sud e quella promessa del futuro. Mister Menichini è il rococò, perché a morderlo sembra duro da scorticare, ma poi lo scopri in fondo tenero, quanto consistente.

Lo spumante è Nalini, frizzante da mille e più bollicine, peraltro sempre in fresco ultimamente. A lui la palma del migliore. Calil è il capitone, inafferrabile, capace di sgusciare tra le maglie avverse salvo poi finire in padella quando qualcuno riesce a prendergli le misure come domenica con il Messina. Per fortuna accade di rado, molto di rado. E se Negro è il mostacciolo, Gori non può che essere il vino, quello pugliese, forte e generoso senza però mai dare alla testa… Gabionetta, viste le sue origini sudamericane è un po’ come la frutta esotica che arriva da lontano per imbandire le tavole mentre Pestrin è un po’ come il sugo di Natale, carico e pieno di sostanza.

E’ il Natale granata un Natale allegro e gioiso per via di una classifica che fa sorridere e riconcilia con il calcio dopo anni bui e difficili. La Salernitana, in questo momento, ha il piede pigiato sull’acceleratore, insomma è in fase di sorpasso. In questi casi, può servire la sfrontatezza di un gruppo tosto e determinato atteso da due impegni difficili dopo i bagordi natalizi. Sarà importante accelerare le operazioni di mercato in questa fase ma sarà altrettanto importante gestire al meglio questa lunga sosta natalizia per non farsi trovare impreparati nel giorno dell’arrivo dei Magi

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