Bregantini a Pontecagnano: sempre dalla parte degli ultimi

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Mons. Giancarlo Maria BREGANTINI – amabilmente chiamato da tutti Padre Giancarlo,  sarà domani 4 Febbraio, alle 19.00, presso il complesso dell’ex tabacchificio Centola di Pontecagnano Faiano dopo aver celebrato la Messa, ore 18.00, nella Chiesa del Sacro Cuore Di Gesù a Picciola.

L’Iniziativa rientra nel programma della  settimana missionaria organizzata dalla Parrocchia guidata da Don Paolo Carrano: “Una Chiesa in Uscita”.

Prete operaio, prima, vescovo coraggioso ed attento alle istanze sociali, dopo, l’intera parabola pastorale di Bregantini nella locride si caratterizza per l’impegno che egli profonde nell’offrire una speranza a gente stanca e snervata dalle angherie della criminalità organizzata. In un lembo di terra in cui l’illegalità è all’ordine del giorno, il vescovo propone una etica della legalità. In altre parole, Bregantini alla gente di Calabria sembra dire che quel Regno dei Cieli, per cui lui stesso fin da giovane ha scommesso la sua vita, non è una aspettativa di salvezza dopo la vita terreno; o meglio, lo è anche, ma è prima di tutto la possibilità di essere felici su questa terra.

Rientra così il tema della liberazione integrale della persona umana da quei condizionamenti politici, sociali e economici che non la rispettano nella sua dignità; e pure il tema dell’opzione preferenziale per i più deboli, gli emarginati, gli sfruttati. Bregantini è davvero una luce per la Calabria. I suoi messaggi ed il suoi gesti, altro che slogan, appaiono invece come idee propositive per il rilancio della nostra terra.

Così se uomini del Nord chiedono a gran voce alla politica una riforma federalista del Paese, per alzare steccati, creare barriere, portare divisioni, lasciare il Sud al suo “destino”; un altro uomo del Nord – Bregantini – avanza la proposta di un federalismo solidale, inclusivo e non esclusivo, che porti accoglienza e non discriminazione e rifiuto. Significare in altre parole guardare insieme alla solidarietà ed alla sussidiarietà, quali componenti essenziali nella determinazione dei rapporti intersociali, per non scadere, altrimenti, nell’assistenzialismo e nell’individualismo.

E’ la ricetta del “bene comune”, che –come insegna la dottrina sociale della Chiesa- non è certamente la somma dei singoli beni individuali, ma è il bene dell’intera comunità. L’invito alla Calabria da parte di Mons. Bregantini è quello di alzare la testa, di andare fiera ed orgogliosa delle sue potenzialità, di riscoprire se stessa, di credere nella bellezza, di non farsi lasciare andare dagli accidenti del “destino”. Perché insegna Breganti, figlio di quella migliore tradizione contadina che mai si arrende, non esiste “destino”, non esiste “ormai”, non esiste “già”, ma esiste la consapevolezza del valore di se stessi, che porta a cambiare e a scommettere nella vita. E così nascono le cooperative: per offrire ai giovani un’alternativa alla disoccupazione ed al lavoro nero e criminale.

I giovani iniziano a crederci. Ed all’indomani dell’omicidio Fortugno  nasce il movimento studentesco “E adesso ammazzateci tutti”. A Campobasso, nella sua “nuova” diocesi molisana, Bregantini da guardiano diventa sentinella. Ed anche da questa esperienza pastorale si ha di che imparare, soprattutto i credenti, nel guardare al vescovo che obbedisce, che ascolta, che cammina, che serve. Bregantini vuole insegnare che non una persona, ma un’intera comunità è madre del cambiamento.

Egli offre l’esempio, e lascia ai calabresi il testimone, pur continuando a guardare con paterno affetto al Sud. Come dire: nessuno è indispensabile, tutti sono importanti. “A chi fece comodo, in Calabria –gli chiedono alcuni anni dopo il suo trasferimento- la sua promozione all’arcidiocesi di Campobasso?”. Lo possiamo immaginare. Bregantini risponde “hanno sicuramente brindato la ‘ndrangheta, la massoneria e la classe politica collusa”.

  • Presidente della Commissione C.E.I. Problemi Sociali e Lavoro, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato della Conferenza Episcopale Italiana e membro del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani.

•       Nel 2014 è stato chiamato dal Santo Padre a scrivere i testi della via Crucis al Colosseo

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