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Al Museo FRAC di Baronissi la mostra “Nino Tricarico – Nei margini del lirismo astratto” 

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Sabato 14 marzo alle ore 18:30 il sindaco Gianfranco Valiante e l’assessore alla cultura Emanuela Migliore presenteranno, nella sale delle conferenze del Museo-Frac di Baronissi, la mostra Nino Tricarico. Nei margini del ‘lirismo astratto’ promossa in collaborazione con la Fondazione Corrente di Milano e l’Associazione Culturale “Il Museo e la Città” di Potenza. La mostra, curata da Massimo Bignardi, riassume la proiezione impressa da Tricarico alla sua pittura, giungendo, nelle ultimissime tele, ad una libera coniugazione dell’astrazione. Sulle pareti della Galleria dei Frati trentacinque dipinti riassumono tre decenni di esperienze, a partire dalle grandi tele esposte ad Amsterdam nel 1986, poi alle emozionanti “staccionate” proposte nel 1991 a Stoccolma in occasione della mostra “The Modernity of lyrism”, fino alle opere recenti proposte nelle due grandi antologiche di Potenza e di Napoli, allestite rispettivamente alla Galleria Civica di Arte Moderna e a Castel Nuovo.

Sono queste ultime opere centrate sul dialogo tra lo spazio del visibile, la percezione emotiva della realtà, e la traduzione che l’emozione ne fa: una traccia espositiva che testimonia la sua partecipazione al dibattito inaugurato a metà degli anni Ottanta in Italiana dalla compagine di artisti che hanno dato vita al “Nuovo lirismo astratto”. Già nel 1986 Filiberto Menna nella presentazione al catalogo che accompagnava la personale all’Istituto Italiano di Amsterdam scrive: «Nino Tricarico ha vissuto per proprio conto questa rinascita della pittura e di essa si è servito come di uno strumento, o meglio, come di uno scandaglio per seguire i percorsi tortuosi e imprevedibili della memoria inconscia fino a toccare quel certo point de l’esprit in cui il conscio e l’inconscio, soggetto e oggetto, uomo e natura fanno tutt’uno».

Accompagna l’esposizione la prima completa monografia (Gutenberg Edizioni) dedicata all’artista lucano, la cui pittura testimonia di un rinnovato sguardo che va al di là del paesaggio, dei suoi miti e delle sue memorie, introdotta dai saggi dello stesso Massimo Bignardi e Giorgio Patrizi. «A distanza di circa trent’anni – scrive Bignardi –, eccomi a ripensare ad esperienze nelle quali si è formata la nostra sodale amicizia, il rapporto stretto di una militanza all’interno di quanto accade oggi: Nino sul versante della pittura a calibrare il segno, a pesare il colore a far sì che la soglia – il limen richiamato da Orazio – non sia traccia del confine bensì del contatto, foriero dell’incontro, del dialogo. Ed io, invece, a farmi, quanto possibile, compagno di strada di chi osserva la tela, affacciandomi io stesso oltre il limen, sull’universo che l’arte apre ai nostri occhi.»

«Oggi, osserva Patrizi, artisti che scrivono, riflettono, espongono le loro riflessioni, o anche le intrecciano,  a momenti  puramente narrativi e lirici, come accade appunto con Nino Tricarico non se ne incontrano molti». La mostra resterà aperta fino al 16 aprile.

Orario di apertura:

lunedì – giovedì ore 9.00/12.30

 lunedì e giovedì anche ore 16.00/18.30

 venerdì e sabato: ore 10 /13; 17/22

domenica e festivi: ore 10-13; 17/20

Nino Tricarico (1938) è nato a Potenza, dove vive e lavora. Le sue esperienze formative nascono nell’ambiente dell’avanguardia napoletana intorno agli anni Sessanta a contatto con personalità quali Barisani, De Stefano, Persico, Spinosa e dei più giovani Di Fiore e Ruotolo, fautori di un linguaggio che rompe la tradizione. . In un certo senso impara a Napoli la leggerezza e la drammaticità che trovano concretezza nella sua pittura della maturità. La scelta di restare in Basilicata non si è mai tradotta in forma di preclusione: la sua prima mostra personale, infatti, è ospitata nel 1970 nella Galleria Palms Shore di New York. Stabilisce rapporti interessanti e qualificanti con critici, scrittori, intellettuali specie dell’area napoletana/romana (Calabria, Gianquinto, Greco, Guerricchio, Guidi, Puccini, Prisco, Bignardi, Bonfiglioli, Treccani, eccetera).

Tenta anche con successo le vie dell’Europa con mostre e interventi in Germania, Olanda, Francia, Svizzera, Svezia e Finlandia.  È con alcuni artisti, tra questi Gerardo Di Fiore, Errico Ruotolo, Gianni Sani, Franco Marrocco, Teo De Palma e Carlo Catuogno e con il critico Massimo Bignardi che, a partire dagli anni Ottanta, forma il gruppo del “Nuovo lirismo” che nel 1991  trova il suo primo riscontro con la mostra “The Modernity of Lyrism”,  tenuta dapprima alla Gummeson’s Gallery, e all’Istituto Italiano di Cultura  di Stoccolma e poi al Joensuun Taidemuseo di Joensuu in  Finlandia (1992). Nel 1999 tiene  l’happening Agorà 2000. Infinite soluzioni del futuro, organizzato e svoltosi nella piazza Kléber di Strasburgo ; successivamente la performance eseguita nel 2003 presso la Terza Università di Roma. La prima: l’happening strasburghese, un gioioso «grande gioco collettivo di piazza». La seconda spazio di meditazione: una sorta di “recinto sacro” aperto a chiunque desiderasse entrarvi.

Tra le recenti mostre personali si segnalano: “Infinito Bianco”, Palazzo Lanfranchi, Matera, 2009 ; “La Barba e lo Specchio: pastelli”, Galleria Il Vaglio 2, Bari, 2011. Tra le rassegne: “Omaggio a un poeta dell’immagine: Ernesto Treccani”, Fondazione Corrente Museo Treccani, Milano; 54a Biennale di Venezia Padiglione italiano,  Regione Basilicata, Galleria Civica di Palazzo Loffredo-Potenza; “Oleum. Tracce nei linguaggi del contemporaneo”, Museo FRAC – Baronissi, tutte del 2011; nel 2012 “Carte contemporanee: esperienze del disegno italiano dal 1943 agli anni Novanta”, Museo FRAC, Baronissi; 53° Premio internazionale Bice Bugatti Giovanni Segantini” Villa Vertua Masolo.. Nova Milanese, mentre nel 2013 è stato invitato al Premio Sulmona; del 2014 sono le ampie mostre antologiche presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Potenza e  nella sala Carlo V di Castel Nuovo di Napoli.

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