Teatro: gli appuntamenti a Salerno nel week-end 21-22 marzo

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teatro_siparioTeatro Verdi – Piazza Matteo Luciani Tel.089 662141

Quando La Moglie E’ In Vacanza

regia Alessandro D’Alatri

con MASSIMO GHINI – ELENA SANTARELLI

E’ del 1955 la consacrazione internazionale ad opera di Billy Wilder  di “Quando la moglie è in vacanza”, un testo di George Axelrod che aveva debuttato tre anni prima a Broadway. Considerata un classico della modernità, è una commedia sulle manie erotiche dell’uomo medio e al tempo stesso una feroce satira di costume contro il perbenismo di una certa middle-class che sembra non avere epoche. La prorompente fisicità di una ragazza, cui presta il volto l’affascinante e vitale Elena Santarelli, entra come un uragano nella banale quotidianità di un maschio irrisolto. Un Massimo Ghini con l’aria di uno che più che subire l’attrazione femminile sembra essere spaventato da quell’opportunità apparentemente irraggiungibile. E se la traduzione e l’adattamento teatrale sono stati affidati ad uno specialista come Edoardo Erba,  Renato Zero ha creato appositamente le musiche per lo spettacolo che il regista Alessandro D’Alatri farà rivivere adeguandolo  ai nostri riferimenti culturali e dividendone i tempi narrativi: il piano reale e la proiezione delle reciproche insicurezze dei personaggi.

In programmazione 26-29 Marzo

 

Teatro delle Arti – Via Guerino Grimaldi, 7 Tel. 089 221807

 

I Menecmi

Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi ha avuto decine di riprese ed ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale di Tato dell’originale plautino conserva tutto il suo plebeismo, tutti i suoi caratteri di teatro popolare ma ne amplia attraverso il rifacimento di Shakespeare, a tal punto l’efficacia e il divertimento così da farlo diventare un capolavoro autentico dell’arte comica. 18 volte confessò d’averlo visto uno spettatore insaziabile. E insaziabili sono ogni anno le richieste degli spettatori di ripresa di questo spettacolo in cui Tato Russo si consacra attore specialissimo e dalla straordinaria comunicativa.

In programmazione 28-29 Marzo

Teatro Ridotto – Via Guerino Grimaldi, 1 Tel. 089 23 39 98 

Riposo

Teatro Ghirelli – Via Lungoirno Tel.800188958

 

Infondo Agli Occhi

di Cesar Brie

In fondo agli occhi è uno spettacolo di nuova drammaturgia che affronta le tematiche della crisi e della malattia da questa prodotta e derivata. L’indagine parte e si sviluppa da due differenti punti di vista: uno reale, in cui la cecità, malattia fisica, diventa filtro speciale attraverso cui analizzare il contemporaneo, e l’altro metaforico, in cui la cecità è la condizione di un intero Paese rabbioso e smarrito che brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita. Chi è più cieco di chi vive, senza avere un sogno, una prospettiva davanti a sé, di chi essendone consapevole, non può far altro che cedere alla disperazione? Un paese cos’è in fondo se non le persone che al suo interno vivono e si muovono? Un paese non sono le case, non sono le chiese, né i bar o le istituzioni ma la gente che al loro interno abita e ne dà il valore. Un paese malato quindi è fatto da gente malata, come noi. Ma come raccontare tutto questo poeticamente, ironicamente, senza essere retorici o superficiali?

In programmazione 26-29 Marzo

 

Teatro Nuovo – Via Valerio Laspro, 8/C Tel.089 220886

 

Statue Unite

Regia di Eduardo Tartaglia

Napoli, Via Toledo. Anno 2013. Quasi duecento anni sono passati, da quando il grande scrittore francese lasciava la nostra città con la morte nel cuore. Chissà, è lecito chiedersi, se oggi ancora Napoli apparirebbe ai suoi occhi e senza paragone alcuno la città più bella dell’universo”. Qualche dubbio, in verità, lo nutriamo. Soprattutto, temiamo, stenterebbe a riconoscere proprio la storica centralissima via, da lui così tanto amata. E non vogliamo qui unirci al fin troppo facile coro di chi si lamenta del degrado, dell’incuria, del disordine da suk mediorientale a cui essa pare irrimediabilmente condannata. Al contrario, ciò che a nostro avviso maggiormente contrasta con quella definizione del 1817, è proprio quell’aggettivo: “gaia”. Che così difficilmente, adesso, anche l’animo più ben disposto assocerebbe alla strada. Popolosa ancora, certo; ma priva, ahinoi, di quel sentimento di letizia che pure doveva evidentemente caratterizzare il suo glorioso passato. Piuttosto spiace, per meglio farci intendere, doverci appropriare di altre parole celebri. Spese, in verità, per descrivere tutt’altro luogo in tutt’altro tempo. Ma che, invece, per curiosa coincidenza, meglio forniscono un ritratto di ciò che a noi, oggi, appare la moderna Via Toledo.

“Si può dire decisamente che Essa non rappresenta più per nessuno un fine, ma costituisce solo un mezzo. Piano piano si riempie di persone che hanno le loro occupazioni, le loro cure, i loro grattacapi, ma che a Lei non pensano affatto.” Lo scriveva, nel 1835, Nikolaj V. Gogol, così tratteggiando la famosa Prospettiva Nevskij nei suoi racconti di Pietroburgo. Ecco: una raffigurazione migliore di quel che a noi sembra nel 2013 la via Toledo a Napoli, non la sappiamo davvero trovare. Così, tra ambulanti venditori di ogni sorta di mercanzia contraffatta, giocolieri tristi, malinconici suonatori, improvvisati artisti di strada, quasi tutti provenienti da un altrove lontano e tutti vanamente alla ricerca di un’attenzione che stenta ad arrivare da parte di chi è preda solo dei propri affanni, facciamo finalmente il nostro incontro con Raffaele ed Adelaide.

Artisti?… Maghi?… Illusionisti?… Mimi?… Cialtroni?… Chissà … Interpreti, forse: di un copione antico e modernissimo. Offrire, in assenza di altro, lo spettacolo di sé. Fare del proprio corpo un’esibizione. Dare della propria materialità una sorta di rappresentazione. Una modalità dignitosa e per certi versi estrema: per tacitare la coscienza di chi non vuole arrendersi alla condizione ultima e definitiva di “mendicante”. Li troviamo, così, in decoroso silenzio, nella curiosa posizione di statue viventi. “Statue unite”, per la precisione. Avvolti da ampi camicioni di un vistoso colore arancio; ricoperti da turbanti dal sapore vagamente orientale; con le gambe conserte nella tipica postura siddhàsana; catturano l’attenzione dei passanti (o questo almeno nei loro auspici …) grazie ad un misterioso artificio, una magia, un prodigio nascosto. Che, quasi in spregio ad ogni legge fisica, consente ad Adelaide di galleggiare nel vuoto, proprio sopra la testa di Raffaele. Sorretta, questo è evidente ma, non di meno, ugualmente inspiegabile all’apparenza, dal solo esile bastone che Raffaele mantiene saldo con la destra.

Il trucco c’è, ma non si vede! Ed è questo che conta. Da sempre. Tutto farebbe pensare ad una coppia di artisti provenienti dall’Est del mondo: il colore alquanto scuro dell’incarnato (in Raffaele piuttosto naturale, in Adelaide frutto di un sapiente maquillage …); la foggia dei costumi; il tappetino arabescato su cui siede Raffaele; il vaso in simil ceramica in cui vengono raccolte le offerte degli avventori; una nenia particolarmente ipnotica che proviene dal piccolo e malandato registratore (sapientemente “vintage”) … Ed invece, al termine di un prolungatissimo silenzio, sin dalle prime battute scopriamo l’origine inequivocabilmente vesuviana dei due protagonisti. Che rompono la quiete della notte, di una Via Toledo desolatamente spettrale e deserta.

(Eduardo Tartaglia)

In programmazione 28-29 Marzo

 

Teatro Arbostella – Viale Verdi Parco Arbostella Tel.0893867440

Debutta sabato prossimo (ore 21,30) al Teatro Arbostella di Salerno lo spettacolo “Amore a prima svista”, ovvero lezioni di amore, diritto e bugie”. Commedia teatrale in due atti di Antonietta Barcellona e Vincenzo Bisogno per la regia di Gaetano Troiano. Lo spettacolo è ambientato a Napoli. Studio dell’avvocato Antonio Lieto (protagonista della commedia), trentaseienne con pochi quattrini ad inizio carriera. Trasferitosi da circa un mese, non ha una clientela definita: segue casi bizzarri come le smanie di risarcimento danni di una colorita signora e la crisi matrimoniale di una coppia scoppiata. L’avvocato Antonio aiuta intanto un affascinante studentessa di giurisprudenza, a preparare un esame: fra i due nasce un feeling, ma lui stenta a dichiararsi. Viene però spronato e incoraggiato dall’immancabile e travolgente portinaio e così fra i due la fiamma sembra alimentarsi.

L’arrivo imprevisto di Rita rivela che in realtà Antonio sta per sposarsi con sua madre Francesca, medico in carriera partita per un convegno. Antonio cerca disperatamente di nascondere la verità al proprio al portinaio e alla giovane amata studentessa tenendo a bada Rita che, accortasi dell’intesa con la bella universitaria, si adopera con tutte le sue astuzie per stroncare quella simpatia. E cosi tra equivoci e colpi di scena i nove personaggi che si muovono in scena scateneranno risate e riflessioni a seconda dei casi e rappresenteranno una società varia ma tutti accumunati dallo stesso denominatore: l’amore. Amore coniugale o quasi, amore filiale e materno, amore nascosto o proibito, amore per il proprio lavoro o per la propria casa. Antonietta Barcellona e Vincenzo Bisogno (giovani autori promettenti) hanno ben miscelato gli ingredienti della commedia che, con un gruppo di attori che vuole divertire e divertirsi, arriva a scompaginare nel finale tutto ciò che era dato per punto fermo, con una serie infinita di situazioni divertentissime in una esilarante commedia leggera, per far ridere con gusto.

In programmazione dal 7-22 Marzo

 

Piccolo Teatro del Giullare – Via Matteo Incagliati Tel.089220261

Riccardo E Lucia

Di Claudia Lerro

Questa storia non l’ho scritta da sola, ma insieme a Riccardo e Lucia: ai racconti rarefatti di mia nonna, al diario personale ed agli appunti di mio nonno Riccardo. La messa in scena è semplice, come la storia raccontata. Perché non c’è nulla di più interessante della vita nel suo compiersi. A momenti quotidiani, si alternano i momenti onirici della scrittura e quelli muti, “in pausa”, del tempo che passa. Tutto quello che ho raccontato è assolutamente vero. A volte incredibilmente, paradossalmente vero. Perché la vita è così: a volte troppo bella per essere vera, altre volte troppo amara perché si possa sopportare. Riccardo e Lucia, ora, non sono più solo i miei nonni, ma gli interpreti di una storia universale e senza tempo in cui ciascuno può riconoscere tracce di se stesso.

“Riccardo e Lucia” è una storia semplice, quella di un uomo e di una donna e del loro amore eterno ma imperfetto. Poeta e attivista politico originario di Pagani il primo, donna semplice la seconda, i due si ritrovano naufraghi (sia pure in modo diverso) dello stesso Fascismo, in una Puglia povera ma laboriosa. Ispirato agli appunti e al diario di Riccardo Lerro, “Riccardo e Lucia” è una storia vera. Il racconto di una vita realmente vissuta che si muove seguendo il filo rosso dell’amore, della passione politica e del dolore nell’assenza. Lo spettacolo ha vinto la Rassegna Salviamo i Talenti – Premio Attilio Corsini 2013 entrando così nel cartellone del Teatro Vittoria –Attori & Tecnici di Roma.

In programmazione dal 21-22 Marzo

 

“La redazione non si ritiene responsabile per eventuali variazioni, modifiche, spostamenti o annullamenti degli spettacoli in programma e pubblicizzati in questa pagina”

A Cura Di Ciro Casella

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