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Intossicazione alimentare, in ospedale a Padova 40 studenti campani di ritorno da gita a Vienna

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Una quarantina tra studenti e insegnanti di una scuola media della Campania, in rientro da Vienna dopo una gita di una settimana, sono stati portati in alcuni ospedali della zona di Padova perchè colti dai sintomi di gastroenterite, pare dovuta ad una intossicazione alimentare. Nessuno di loro è grave. Prima di chiedere l’intervento del 118, erano stati in un albergo di Jesolo (Venezia). Qui però i titolari riferiscono che i ragazzi, arrivati ieri sera, accusavano già malessere e hanno chiesto dei termometri.
Complessivamente partecipavano alla gita, su tre pullman, circa 150 ragazzini. Secondo le prime informazioni, sarebbero stati portati per gli accertamenti medici nel policlinico di Padova, nell’ospedale San’Antonio, sempre nel capoluogo euganeo, oltre che nei nosocomi di Piove di Sacco e Abano, sempre nel padovano. Fonti dell’albergo di Jesolo in cui avevano alloggiato e cenato ieri sera, hanno riferito che, appena giunti, i ragazzi si lamentavano per forti mal di pancia e nausea. Molti di loro avrebbero rinunciato alla cena. Stamane parte della comitiva ha fatto colazione e poi è ripartita.
Attende che si facciano tutti gli accertamenti del caso, ma si dice fiducioso che gli alberghi di Jesolo saranno ‘scagionati’ come già in passato dai sospetti di intossicazioni alimentari provocate agli ospiti, il presidente dell’Associazione degli hotel del litorale, Massimiliano Schiavon. Il riferimento è al caso che ha coinvolto oggi una quarantina di ragazzini di una scuola media campana che ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari dopo una notte trascorsa in un hotel della città balneare, al rientro da una gita settimanale a Vienna.
“Il gruppo era solo in transito da noi – spiega Schiavon – e mi risulta che arrivati a Jesolo stavano già male. Avevano febbre e manifestavano forte nausea. Bisogna quindi capire dove è sorto realmente il problema che ha causato i loro malesseri”. L’esperienza, dice il presidente dell’Aja insegna che le cose spesso si rivelano diverse da come appaiono a prima vista. “Già due anni fa accadde una situazione del genere, con ragazzini intossicati.
Vennero fatti tutti i controlli – ricorda Schiavon – e l’albergo risultò a posto. Solo mesi più tardi uno degli studenti ammise, in lacrime, che per fare uno scherzo ai ragazzi aveva introdotto del lassativo nel distributore delle bibite, causando i malesseri dei compagni”. “In quella occasione – conclude – decidemmo di non procedere per il risarcimento nei confronti dell’autore del fatto”
(ANSA)
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