Pescavano telline con un rastrello alla foce del Sele scoperti dalla Capitaneria di Porto

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guardia_costiera_salerno_motovedettaLa Capitaneria di Porto di Salerno, diretta dal C.V. Gaetano ANGORA, ha condotto una importante operazione di polizia finalizzata alla repressione della pesca illecita nel Circondario marittimo di giurisdizione e, in particolare, nel tratto di mare antistante il Comune di Eboli

Il Nucleo di Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera di Salerno, infatti, nel corso della consuetudinaria attività di vigilanza in mare, ha accertato che quattro pescherecci erano intenti ad effettuare attività di pesca di telline mediante l’utilizzo di uno specifico attrezzo denominato rastrello, e ciò nelle acque antistanti la foce del fiume Sele.

La Capitaneria di Porto vigila con particolare rigore al fine di reprimere tale tipologia di pesca illegale e ciò sia perché essa avviene ad una distanza inferiore al miglio dalla costa ove è vietata ogni forma di pesca professionale, sia perché le acque non sono state classificate dalla competente Autorità Sanitaria.

In particolare, la zona di mare ove la Guardia Costiera di Salerno ha fermato i pescherecci è particolarmente sensibile, poiché ivi avviene la riproduzione e l’accrescimento di numerose specie marine, sia pesci che molluschi e, per tale ragione, il Legislatore ha posto una specifica tutela su di essa, vietando ogni tipo di pesca con strumenti invasivi; l’utilizzo del rastrello, peraltro, movimenta notevolmente il fondo marino, distrugge l’eventuale vegetazione presente ed impedisce la normale proliferazione delle specie marine.

Inoltre, il sito ove era esercitata la pesca illegale non è stato classificato dalla competente ASL ai fini della pesca delle telline, il chè significa che i molluschi potrebbero contenere sostanze potenzialmente pericolose per la salute pubblica e, pertanto, è perentoriamente vietata la loro pesca.

Il pescato infatti, costituito da oltre un quintale di telline, era destinato ad essere illegalmente commercializzato anche in danno degli stessi potenziali acquirenti, che avrebbero consumato dei mitili pescati in acque non giudicate idonee dalla ASL con tutti i conseguenti rischi di intossicazione che ne sarebbero derivati.

L’incisiva azione della Capitaneria di Porto di Salerno ha stroncato tale attività illecita, così sottraendo al mercato una ingentissima quantità di mitili di cui è vitata la pesca e la commercializzazione, e fermando l’azione dannosa per l’ecosistema marino che tale tipologia di pesca comporta.

Ai comandanti dei quattro pescherecci fermati dal Nucleo di Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera di Salerno sono stati comminate sanzioni amministrative per un importo complessivo di 16 mila euro, e sono stati confiscati sia tutti gli attrezzi da pesca utilizzati il cui valore commerciale si aggira intorno ai 5 mila euro, sia l’interno pescato costituito da oltre un quintale di telline che avrebbe reso un illecito profitto di migliaia di euro.

3 Commenti

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  • ma andate a prendere i malfattori no a sta povera gente che c mangia cn sti soldi…sti sciemm

  • Per Antonio mangiale tu le telline inquinate, forse con il colera comincerai a ragionare meglio……………….quella alla foce del Sele è una zona di riproduzione,lo sanno tutti anche le pietre ma i furbastri cercano sempre illegalmente di trarre un profitto! Quando nel mare non ci saranno più pesci e altre specie commestibili che cosa mangeremo più?

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