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Calcio e Business: Serie B, stagione sportiva 15/16 : quale “valore economico”?

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Il “valore economico” del prossimo campionato di serie B (in attesa dei play off e play out), dovrebbe essere pari ad un valore totale pari ad  97,9 mln euro.

Tale” valore economico”  diviso per club risulta essere il seguente:  Parma ( 18,0 mln euro ), Cagliari (10,5 ), Bari ( 9,4), Catania ( 9,1), Cesena (6,1), Vicenza ( 5,1), Perugia ( 4,1), Pescara ( 4,1), Livorno ( 3,7), Modena ( 3,6), Salernitana ( 3,1), Novara ( 2,7), Avellino ( 1,9), Spezia ( 1,9), Ternana ( 1,7), Pro Vercelli ( 1,7), Trapani (1,0), Crotone ( 0,9), Latina (0,9), V.Lanciano ( 0,5), Teramo ( 0,4), Entella ( 0,2).

Il “valore economico”  delle altre societa’ di calcio che hanno partecipato al “campionato cadetto in corso” risulta essere il seguente: Bologna ( 20,1), Brescia ( 4,8), Varese ( 1,8), Frosinone ( 0,8),  Carpi (0,4). ( fonte Il Tifoso bilanciato)

Il calcolo del “valore economico” e’ stato determinato, applicando al valore dei ricavi dei club, alla data di aprile 14, un moltiplicatore proporzionale a centesimi di ricavo.

Salernitana vincente  in termine di “valore economico” del girone C di Lega Pro.

L’ideale classifica divisa per  “singola  societa’” risulta essere la seguente : Salernitana (3,1 mln euro), Lecce ( 3,1), Reggina ( 2,1), Foggia ( 2,1), Messina ( 1,7), Catanzaro ( 1,3), Cosenza ( 1,1), Casertana ( 1,0), Benevento ( 0,9), Barletta ( 0,6), Matera ( 0,6), Juve Stabia ( 0,6), Savoia ( 0,4) , Ischia ( 0,3), Martina ( 0,3), Paganese ( 0,3), Vigor Lamezia ( 0,3), Aversa ( 0,2), Lupa Roma ( 0,2), Melfi ( 0,2) .

Per migliorare il “valore economico “ delle societa’  di calcio, bisogna attivare un maggior coinvolgimento dei tifosi, nella vita societaria della propria squadra del cuore.

In tempo di “calcio austerity” , le societa’ di calcio, non possono  prescindere dalla “funzione di ricavo” legata ai tifosi  e dai ricavi da diritti tv.

Allo stato i club di calcio, si presentano sul mercato, come “soggetti sui generis”, rispetto al “prodotto commercializzato” , ed ai “fattori della produzione” utilizzati.

Il “prodotto” spettacolo , ed i “calciatori” fattori della produzione, rendono i club di calcio oggetto di osservazione  per i classici “stakeolder” ,  per il mercato , per i tifosi, e per le aziende sponsor.

In tale situazione, per migliorare la valutazione del brand,societario con relativo aumento per il club dei propri ricavi commerciali, bisogna attivare una politica di fidelizzazione dei propri tifosi.

In tema di fidelizzazione dei tifosi, anche grazie al sistema di ”customer relationship management” (CRM), le società di calcio, possono ampliare le proprie capacità attrattive, sia nei confronti dei propri supporters e sia verso gli sponsor, determinando la soluzione ideale, per gestire l’intera sfera relazionale, che si identifica verso la propria squadra del cuore.

Tifosi  “aziendalisti” e “tifosi ultras”risultano avere due modi differenti di “amare” la propria squadra del cuore.

Il tifoso “aziendalista” partecipa agli eventi agonistici e parimenti s’interessa anche degli aspetti societari del proprio club, il tifoso “ultras” preferisce invece, godersi e motivare il risultato agonistico rispetto a quello aziendale.

In ossequio a tale principio, i tifosi, in “termini aziendali”, diventano “protagonisti principali” delle strategie di marketing e merchandising dei club di riferimento.

Antonio Sanges dottore commercialista

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