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Serie B: l’allarme di Tavecchio, senza riforme il calcio fallirà

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La Serie B rimane alla finestra in attesa di sviluppi sul caso Catania, la Lega è in procinto di riunirsi in assemblea ed intanto il presidente federale Carlo Tavecchio in un’intervista alla Gazzetta dello Sport lancia un nuovo allarme: “Senza riforme il calcio fallirà in 5 anni”. Il numero uno della Federcalcio risponde anche al presidente del Coni Malagò che aveva parlato dell’ipotesi commissariamento: «Sarebbe singolare – dice- se si prendesse un provvedimento tanto grave nei confronti di una Federazione che da 11 mesi funziona regolarmente, non ha problemi economici (anzi, abbiamo dato 22 milioni al Coni, siamo la sua stampella) e ha preso una serie di norme, apprezzate anche da Palazzo Chigi, per evitare nuovi casi Parma che purtroppo non possono scattare subito, ma nel giro di quattro anni, in maniera progressiva. Se fossero state operative già da quest’estate, si sarebbero iscritte cinque società al prossimo campionato di A». Poi aggiunge:

«La Figc fa le norme, ma l’attuazione compete alle Leghe. Se dobbiamo fare tutto noi, datemi il miliardo e 200 milioni di diritti tv». Del caso Parma, delle accuse sulle società che iniziano ma rischiano di non finire i campionati, Tavecchio dice che il calcio italiano è diventato una valle di lacrime e più di imporre alle società e ai proprietari ciò che è stato fatto su iscrizioni e acquisizioni non si può far altro. Il presidente della Figc ribadisce che lui non può rispondere anche del passato. «Quest’anno ci siamo letti tutti i bilanci- dice -ci sono società in difficoltà, anche di grandi città. Le abbiamo avvertite che dalla prossima stagione vanno rispettati certi parametri, altrimenti sono fuori. Sono preoccupato dagli impegni a breve dei club: si può andare avanti per un anno, poi bisogna svoltare. Il sistema sta in piedi come sul Titanic… Un altro caso Parma non possiamo permettercelo. Non risolveremo le cose subito, ma con un piano quinquennale, direi brezneviano, possiamo risanare il calcio italiano e salvarlo dal crac». Infine Tavecchio si pronuncia anche su Lotito e di lui dice: «Volevano farlo presidente, ho detto no». 

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