Vaccini: Salmaso (Iss), pediatra non lasci solo il genitore

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vaccinazione-bambini-salerno“Il pediatra non può lasciare solo il genitore nella scelta. Deve parlare e consigliare, ha un ruolo fondamentale. Senz’altro, se è in grado di dare motivazioni sensate per far vaccinare un bambino, trovo difficile pensare che succeda il contrario”.

Così Stefania Salmaso, responsabile del centro nazionale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), ha commentato stamani, nel corso della trasmissione Radio3 Scienza di Radio RAI, il tasso di vaccinazioni che, in Italia, è ormai al limite della soglia di sicurezza per evitare il ritorno di malattie infettive che ritenevamo scomparse: sotto il 94% per poliomielite, tetano, difterite o epatite B, meno dell’86% per morbillo, parotite e rosolia.

“E’ evidente che, a seguito delle vaccinazioni – prosegue Salmaso – ci possono essere effetti che possono insorgere, ma sono state fatte a talmente tanti milioni di persone che sappiamo benissimo quali possono essere: qualche linea di febbre o il rossore dovuto a una punturina.

Nulla in confronto ai benefici”. Basti pensare che oggi, in Italia, ancora “ci sono bimbi che nascono con malformazioni fetali dovute a rosolia congenita che le mamme hanno preso dai figli maggiori non vaccinati”. Prima il problema non si poneva. “C’era percezione del rischio, la vaccinazione era un benefit messo a disposizione dallo Stato e accolto entusiasticamente”.

Grazie ai vaccini, ad esempio, “quando siamo stati esposti all’epidemia della poliomelite esplosa negli anni ’90 in Albania, nonostante la grande circolazione di persone, il virus non penetrò in Italia. Questo perché, nella grande maggioranza, eravamo immunizzati. Ma se non si continua a essere protetti lo scudo viene meno e le malattie riprendono a diffondersi”. Negli altri Paesi europei, conclude l’esperta, “magari non hanno vaccinazioni obbligatorie come da noi, ma hanno filtri scolastici. In Gran Bretagna se non sei vaccinato ti scordi di andare a scuola”.

“Circa 5000 bambini ogni anno non vengono vaccinati contro malattie come poliomelite, difterite e tetano. Circa 10.000 non ricevono, all’età giusta, la profilassi contro morbillo e rosolia”. Una “situazione grave”, quella descritta da Stefania Salmaso, responsabile del centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), nel corso della trasmissione Radio3 Scienza di Radio RAI.

“In Italia abbiamo una grande tradizione di vaccini e di diritto alla salute”, prosegue Salmaso, ma “secondo i dati raccolti dal ministero della Salute, le vaccinazioni sono “cresciute in un periodo da 2000-2007 quindi rimaste stabili fino al 2012, e diminuite in modo preoccupate dal 2012 a 2014.

Un calo con una flessione più importante in alcune regioni”. Colpa anche di internet, specifica l’esperta, che ha “permesso un modello comunicazione orizzontale in cui ogni comunicatore ha lo stesso peso”, senza distinzioni rispetto alla sua autorevolezza. Alcuni genitori “ritengono di essere particolarmente attenti perché mettono in dubbio e valutano quello che la maggior parte delle persone dicono, quindi vogliono ‘uscire dal gregge’. In questo non c’è nulla di male – conclude – ma devono fare attenzione a quali informazioni prendono e da chi”.

 

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