Studi recenti dimostrano che agli italiani piace mangiare, ma anche parlare di cibo: dal 2008 al 2014 la produzione di libri di cucina è aumentata del 70 per cento, fino a sfondare ampiamente il tetto dei quattro milioni di copie stampate.
“Vi invito a gustare questo viaggio tra cibo, tradizione e superstizione, alla ricerca delle origini e caratteristiche dei tabù alimentari della nostra Penisola” afferma Fortunato.
“Dalla paura di rovesciare il sale e l’olio, al divieto di capovolgere il pane, rovesciare il vino con la mano sinistra, o invitare tredici commensali, scopriremo che le scaramanzie possono avere un’origine religiosa, ma anche artistica, Leonardo docet! Proveremo – continua l’antropologa cilentana – ad offrire al lettore anche dei consigli su come scongiurare e proteggersi dai pericoli del piatto.
Spero che alla fine di questo percorso antro gastronomico siate “affamati” di curiosità verso un argomento, la superstizione, da sempre controverso e oggetto di discussione. Basti pensare che secondo una ricerca del CODACONS (2013), gli italiani credono più alla magia che alla politica e 13 milioni si rivolgono ogni anno al mondo dell’occulto”.
Il Cicerone britannico Edmunde Burke, in Riflessioni sulla rivoluzione francese (1790) diceva: “La superstizione è la religione degli spiriti deboli”. Risponde il partenopeo De Filippi: “ Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” .
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