Ecosistema Urbano: la fotografia ambientale delle città campane

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cantiere_poste_lavori_traffico_3Non c’è da star allegri sulle performance ambientali delle cinque città capoluogo di provincia della Campania. L’elemento che appare dominante è quello del ristagno. Piccoli passi avanti e tanti  piccoli passi indietro che mostrano una certa pigrizia e un’assenza generale di coraggio nelle amministrazioni locali. Tira sempre una brutta aria. Napoli si piazza al 90° posto in piena zona retrocessione, imitata da Caserta al 91° posto. Sufficienza per Benevento al 54° posto. Scende Salerno al 67° posto. Mentre Avellino conquista  la palma per la miglior performance tra i capoluoghi campani con il 29 posto.  È quanto emerge dalla ventiduesima edizione di Ecosistema Urbano, la ricerca di Legambiente realizzata in collaborazione con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani.

Anche quest’anno, sono 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani. Tre indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi idrici domestici, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull’incidentalità stradale, due sull’energia (consumi e diffusione rinnovabili). In questa edizione sono due su diciotto gli indicatori selezionati per la classifica finale (incidenti stradali e consumi energetici domestici) che utilizzano dati pubblicati da Istat.,

Nel complesso – commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – ilRapporto evidenzia con chiarezza che siamo in presenza di  città ingessate, statiche e pigre. Aree urbane che arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile ed essere culle di una rigenerazione urbana capace di migliorare la qualità dei singoli e della comunità. I passi avanti fatti fino ad ora sono, infatti, troppo pochi. Si procede per interventi talvolta anche puntuali, ma raramente qualcuno prova a unire tra loro i puntini proponendo un filo conduttore che offra l’immagine di quello che sarà la città domani.Eppure l’agenda delle cose da fare è già scritta da tempo: la smartness, la mobilità nuova, il recupero urbanistico e la riconversione ecologica degli edifici, il corretto ciclo dei rifiuti, l’oculata gestione delle acque e la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico, l’agricoltura urbana e periurbana, lo sviluppo della città digitale, la cura della persona, della scuola, dell’educazione. C’è la necessità del passaggio dalla saggistica, dall’analisi e dalla conoscenza dei fenomeni, alla realizzazione concreta delle soluzioni.”

Entrando nello specifico dei dati, Napoli è 90ma, tra le ultime posizioni  tra le grandi città. La qualità dell’aria presenta per il biossido di azoto un valore medio delle concentrazioni misurate dalle centraline in ambito urbano che raggiunge i livello di 41,9 ug/mc al di sopra del  limite di legge di 40 μg/mc. La media relativa alle concentrazioni di polveri sottili si assesta sui 28,7 microgrammi al metro cubo inferiore al limite per la protezione della salute umana di 40 μg/mc, previsto dalla direttiva comunitaria. La raccolta differenziata si assesta al 22,2%, percentuale ancora bassa rispetto alle altri  grandi città. Migliora  il trasporto pubblico con 124 passeggeritrasportati annualmente per abitanti annui ma ancora lontana  dalle altre grandi metropoli: Roma ne trasporta 513 e Milano 457. 

Inoltre tra le grandi città per quanto riguarda offerta di servizio di trasporto pubblico con 20 km-vetture/ab tra le peggiori in Italia superata solo da Messina, basti pensare che ,Milano offre un servizio di trasporto pubblico pari a 83 km-vetture/ab, seguita da Venezia (62 km-vetture/ab) e Roma (con 60 km-vetture/abitanti).  Promossa sulla depurazione con il 100% di capacità depurativa, mentre aumenta rispetto lo scorso la percentuale per la dispersione dell’acqua con una percentuale del 42.9 % (era il 34% lo scorso anno).

Il primato regionale spetta ad Avellino che si posiziona al 29posto a livello nazionale, migliorando di dieci posizioni rispetto la classifica dello scorso anno.  La percentuale di raccolta differenziata raggiunge il 47,5 %  Mentre aria pulita per il capoluogo avellinese con  il biossido di azoto con un valore medio delle concentrazioni misurate dalle centraline in ambito urbano che raggiunge i livello di 12,4 ug/mc, risulta al terzo posto nazionale per la miglior performance molto al di sotto del limite di legge di 40 μg/mc. Per quanto riguarda la rilevazione di Pm10 con 31,2 μg/mc si assesta  al di sotto del limite di legge di 40 μg/mc. Il capoluogo avellinese risulta tra le prime quattro città italiane meno energivore sotto i 1.000 kWh pro capite di consumi elettrici. Sono 0,35 i metri quadrati di superficie pedonale a disposizione di ogni residente. Promossa sulla depurazione con il 100% di capacità depurativa,

Salerno perde posizioni, ben 17 rispetto lo scorso anno, piazzandosi al 67posto, terza città campana. La raccolta differenziata si assesta al 65,5% maglia rosa regionale. La qualità dell’aria presenta per il biossido di azoto un valore medio delle concentrazioni misurate dalle centraline in ambito urbano che raggiunge i livello di 41,7 ug/mc al di sopra del  limite di legge di 40 μg/mc.Buona invece sul lato dei rilevamenti riguardanti il Pm10. Nel capoluogo salernitano l’acqua immessa nella rete viene perduta in percentuale pari al 57,7% a riprova di una situazione critica per la città, mentre non disponibile il dato sulla depurazione.

Male su offerta del trasporto pubblico che viene calcolata come i chilometri percorsi annualmente dalle vetture per ogni abitante residente con Salerno che si posiziona tra le ultime con 15 km-vetture/ab. Sono 0,39 i metri quadrati di superficie pedonale a disposizione di ogni residente. Mentre è maglia rosa per l’indicatore sulle energie rinnovabili che si concentra sulla diffusione del solare termico e fotovoltaico in strutture pubbliche, Dai dati elaborati, Salerno distanzia tutte le altre città, con oltre 181 kW installati ogni 1.000 abitanti

Benevento si posiziona a metà classifica al 54 posto migliorando di cinque posizioni rispetto lo scorso anno.  Un percentuale di raccolta differenziata pari al 65,4 % alla pari di Salerno per il primato regionale con  una ottima performance per la riduzione della produzione annua pro capite di rifiuti urbani , con 398 kg/ab è la terza migliore città italiana. Triste primato per quanto riguarda la rilevazione della concentrazione PM10 dove Benevento con 44,3 μg/mc è ultima città in Italia per le polveri sottili con un valore medio annuo superiore al limite per la protezione della salute umana di 40 mg/mc, previsto dalla direttiva comunitaria.

E’ tra i 4 i comuni in cui solo la metà, o meno, della popolazione viene servita dal depuratore, dove si registra il 21% di capacità di depurazione. Unica tra le città campane ad avere una buon indice di ciclabilità con 10,22 metri equivalenti ogni 100 abitanti per pista ciclabile. Maglia nera della Campania è assegnata a Caserta con la sua 91 posizione penalizzata per incompletezza delle informazioni sui dati della qualità dell’aria. La raccolta differenziata fa registrare una percentuale pari al 49,3 % ma una produzione annua pro capite di rifiuti urbani pari a 525,3 kg/ab,   la piu alta tra i capoluoghi, mentre sono appena 0,11 i metri quadrati di superficie pedonale a disposizione di ogni residente. Sufficiente l’indice di ciclabilità con 4,51 metri equivalenti ogni 100 abitanti per pista ciclabile.

1 Commento

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  • Il contesto urbano in cui vive diventa sempre più degradato e ne abbassa la vivibilità, basta confrontare il vivere dei Salernitani di alcun9i anni fa con quello di oggi: la Città è cresciuta ma non la qualità della vita. Molti i fattori deleteri che incidono sul risultato, principalmente il traffico bloccato per scelte politiche scellerate di ridurre al minimo i servizi di trasporto pubblico e la scarsezza di parcheggi che genera la sosta selvaggia. A questo va aggiunto il cambiamento dei costumi della popolazione che genera chiassosità anche notturna, litigiosità, modelli di vita che alimentano l\’abbandono del discernimento, della ragionevolezza, uso di droghe e alcool, svilimento dei concetti del rispetto degli altri, delle leggi e della cosa pubblica. La disoccupazione crea circuiti illegali di vizio, la politica e la corruzione imperversano avvelenando la coscienza. La spesa per la manutenzione del verde e del decoro urbano sono irrisorie ,come pure quelle per creare nuove strutture per attività sportive , sociali e culturali. Insomma l\’animale uomo si muove in un contesto sempre più ostile per il suo benessere psicofisico .

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