Attraverso una programmazione pluriennale, quindi, si potrebbero curare anche gli oltre 100.000 pazienti di epatite C fino ad ora esclusi dal trattamento innovativo, “senza alcuna discriminazione”, sottolinea Ivan Gardini, presidente di EpaC onlus. Per farlo però è indispensabile il rifinanziamento del fondo destinato ai farmaci innovativi. “La politica – aggiunge -deve aiutarci rifinanziando il fondo anche per i prossimi anni” ma anche “bisogna anche renderlo indipendente dal fondo previsto per la spesa ospedaliera al fine di utilizzare il 100% delle risorse vincolate esclusivamente per l’acquisto di farmaci innovativi”. Chi prima e chi dopo, ha concluso “tutti devono avere accesso ai farmaci. Che non venga più detto a nessuno ‘tu non puoi essere curato’, perché è anticostituzionale”.
Epatite c: possibile curare tutti in modo ‘sostenibile’
“Grazie a un’attenta programmazione annuale, trattare tutti i malati di epatite c con una riduzione dei costi pari a ben 12.500 ciascuno, è possibile. In buona sostanza il sistema resta in equilibrio e la cura non solo è sostenibile ma comporta vantaggi economici”. Ad annunciare i risultati di un recente studio, pubblicato sulla rivista G&RHTA, è stato Francesco Saverio Mennini, Direttore del Centro EEHTA del Ceis, Università di Roma Tor Vergata, in occasione del I Forum Parlamentare HCV “Epatite C: curare tutti i pazienti in modo sostenibile è possibile”, svoltosi oggi in Senato. In base all’analisi, condotta insieme ad EpaC onlus, nell’ipotesi in cui si dovessero trattare 40.000 pazienti ogni anno, al 2020, aggiunge Mennini, “avremmo una spesa complessiva al di sotto dei 2 miliardi ogni anno, con una spesa media per paziente trattato di circa 11.000 euro”. Considerando che, grazie all’efficacia dei nuovi trattamenti si verificherà, a partire dal 2018, una riduzione dei costi pari a 12.500 euro a paziente, “la spesa sembra essere ampiamente sostenibile”.
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