Site icon Salernonotizie.it

Atrani si schiera con i lavoratori stagionali

Stampa
Si è aperto con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime degli attentati terroristici di Parigi e di tutte le stragi perpetrate nel mondo in nome dell’odio e dell’intolleranza il Consiglio Comunale di lunedì 23 novembre; il governo cittadino ha dato prova di sensibilità e attenzione trattando, oltre ai punti all’ordine del giorno, tematiche di risonanza più ampia e condivisa iniziando i lavori con le parole di Papa Francesco, lette in aula dal sindaco Luciano de Rosa Laderchi.

L’assise ha poi manifestato, attraverso una delibera, il proprio unanime sostegno ai lavoratori stagionali appoggiandone la lotta in difesa degli strumenti a sostegno del reddito. Il Jobs Act, con l’introduzione della Naspi, taglia in maniera sostanziale il sussidio di disoccupazione, aggravando la situazione economica, già precaria, di molte famiglie.
La mozione approvata in Consiglio impegna il Primo Cittadino a portare avanti presso le sedi competenti di iniziative concrete che vadano ben oltre la simbolica solidarietà ai lavoratori. In primo luogo farsi promotore della convocazione della Conferenza dei Sindaci per porre in essere una sostanziale politica di destagionalizzazione dell’attività turistica con il coinvolgimento associazioni di categoria, istituzioni e sindacati per creare le condizioni adatte al prolungamento della stagione lavorativa almeno da sei a otto mesi l’anno, così da non lasciare i lavoratori privi di qualsiasi forma di reddito. Inoltre il documento sollecita il Governo, per il tramite del Prefetto di Salerno, ad apportare le opportune modifiche alla legge e venire incontro alle esigenze dei lavoratori stagionali, considerata la vocazione turistica dell’intero territorio ed il rischio fortissimo di impoverimento sia del comparto che dell’intero assetto sociale della Costa d’Amalfi.

Il Consiglio Comunale ha inoltre ricordato, con un documento letto dalla consigliera di maggioranza Carmela Riccio, che il 25 novembre le Nazioni Unite, l’Italia e il mondo intero celebrano la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne per sensibilizzare donne, ma soprattutto uomini, su questo tema. Nel nostro “civilissimo” paese, infatti, secondo i dati Istat diffusi lo scorso 5 giugno, 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Il conto dei femminicidi, invece, è ancora tristemente aperto e continua ogni giorno ad allungarsi.
Al di là dei numeri, che pure testimoniano la maggiore consapevolezza da parte delle donne in termini di un aumento delle denunce, resta il nocciolo culturale legato alla violenza di genere: la donna picchiata, abusata, uccisa è infatti solo la punta di un iceberg ben più profondo e nascosto che riguarda la sfera infinitamente più complessa dell’educazione ai sentimenti.
Per combattere questa ignoranza emotiva, che uccide ed inquina il rapporto tra i sessi, bisogna innanzitutto coinvolgere l’universo maschile e spronare il “sesso debole” a volersi bene, imparando a non scambiare il possesso per amore, l’autoritarismo per protezione. Solidarietà e pieno sostegno a questa difficile battaglia di civiltà, dunque, ma anche un invito a tutte le donne a rivolgersi agli sportelli antiviolenza e allo psicologo comunale per chiedere aiuto, consigli o semplicemente parlare, nella convinzione che l’attivismo del 25 novembre vada protratto nel quotidiano e l’augurio che ogni giorno dell’anno sia di lotta ad ogni tipo di violenza sulle donne.
Exit mobile version