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Un pensiero “ardito” ma non troppo… Il Giubileo della Misericordia, una strada possibile

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Nei giorni scorsi, abbiamo assistito ad un spettacolo, di dubbio gusto, animato dalla scelta, per modo di dire, “laica” operata da taluni dirigenti scolastici di non far intonare ai bambini i canti della tradizione Cattolica, in occasione del Santo Natale. Scelta dichiarata rispettosa della fede altrui ed invece, a mio avviso, irriguardosa di quella della stragrande maggioranza di questo Popolo, della sua cultura e, persino, della sue radici…

Naturalmente, non sono mancati, di contro, siparietti innanzi a plessi scolastici e discutibili strumentalizzazioni politiche alla insegna della becera demagogia.

Invocare, inneggiare al nostro Dio, rivolgersi al Crocifisso è e resta un modo per Testimoniare e, in quanto tale, volto a dialogare, comprendere e tutt’altro che ad escludere ed emarginare un Credo diverso.

Domani, giorno della Immacolata Concezione, il Pontefice darà inizio, in una Roma superblindata da misure eccezionali, al Giubileo della Misericordia. Al di là dell’immenso valore religioso e spirituale che un evento del genere assume, credo che noi italiani in particolare, cattolici e non, dobbiamo accoglierlo come una straordinaria occasione per indirizzare al mondo intero un messaggio di civiltà e compostezza, di dialogo e, perché no, per affrontare paure non proprio recondite.

Ci stiamo sempre più incamminando verso un modello di società multiculturale, multireligiosa, multirazziale, ma forse ci stiamo, altresì, distraendo dalla tutela e dal rispetto di principi e valori propri dell’individuo e della costruzione del suo essere; dalla necessità di approfondire il nostro sapere, anche per non dover fugare il confronto.

Tra il serio pericolo di nuovi conflitti, fra imbarazzi, tensioni e scandali interni ed in un momento assai delicato, la Chiesa di papa Francesco si fa carico delle ansie del Mondo ed assume, piena, la responsabilità del suo ruolo di guida, non limitandosi alla sola funzione spirituale e morale, ma aprendosi ulteriormente a quella sociale e, finanche, sfociando in quella politica.

Per i fedeli, molto più che un invito alla riflessione sul significato profondo ed autentico della compassione, ma per gli uomini tutti – credenti e non – se colta, potrebbe rivelarsi una straordinaria opportunità per rivalutare le ragioni della propria esistenza ed il rapporto con l’altro, con il diverso e con tutto quello che non si comprende, forse perché, spesso, semplicemente non lo si conosce.

La iniquità, la disuguaglianza, la indifferenza, divengono sempre più il terreno da cui trae alimento e nel quale si diffonde il male; in ogni dove, c’è ancora chi tende a favorirle per avidità o bieco profitto e chi invece, per fortuna, attiva ogni utile risorsa e spende la propria esistenza per provare, almeno, a contenerle.

Ancora una volta, il Santo Padre indica, a tutti ed a ciascuno, una strada. Una strada possibile.

 

editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista

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