La fine della crisi e il rilancio della crescita/4 (di Angelo Giubileo)

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angelo_giubileo_2Nell’ambito di un sistema di economia globale, la fine della crisi e il rilancio della crescita non possono che essere frutto di patti commerciali di cambio e scambio tra diverse aree economiche del pianeta. Negli anni, qui di maggiore riferimento (2011-2014), la crisi ha prodotto i seguenti dati percentuali di disavanzo, sia in ordine all’incremento di debito pubblico che di deficit:

% Debito pubblico 2011 2012 2013 2014 % Deficit 2011 2012 2013 2014
UE-28 80.9 83.7 85.5 86.8 UE-28 – 4.5 – 4.2 – 3.2 – 2.9
UE-19 85.8 89.1 90.9 91.9 UE-19 – 4.1 – 3.6 -2.9 – 2.4

 

Pertanto, un quadro di sintesi che evidenzia una tendenziale stabilizzazione del debito. A fronte della quale, è stato ritenuto possibile un cambio d’indirizzo mediante politiche di rilancio della crescita produttiva. Ipotesi – come lo stesso piano Junker d’investimenti per circa € 315 mld,  approvato nel giugno scorso – non solo sostenute ma direi piuttosto avallate dalla probabilità di nuovi accordi commerciali.

E comunque sia, la prima manovra (09.03.2015) di QE (alleggerimento quantitativo, mediante l’acquisto di titoli di stato dell’eurozona per un investimento di liquidità pari a € 1140 mld ripartito mensilmente e fino alla scadenza di settembre 2016) da parte della BCE ha segnato l’inversione di rotta in vista della possibile ripresa. In effetti, riducendo in genere sia il disavanzo dei singoli stati che i tassi d’interesse, e finalizzando l’abbassamento di questi ultimi all’investimento di risorse finanziarie nei mercati produttivi. Quanto sia servito finora questo meccanismo, i dati sottostanti lo confermano, sia pure parzialmente.

% Debito pubblico I trimestre 2015 II trimestre 2015 % Deficit I trimestre 2015 II trimestre 2015
UE-28 88,1 87,8 UE-28 2,5 2,4
UE-19 92,7 92.2 UE-19 2,1 2,0

 

Rispetto a questi dati tendenziali, sembra facciano ancora eccezione i dati di bilancio dell’Italia, con un debito registrato al II trimestre pari al 136% del PIL; ma, in prospettiva, secondo la previsione della Commissione europea, con un calo del rapporto del deficit al 2,6% del PIL per l’anno 2015 e addirittura al 2,0% del PIL a fine 2016. Effetti, si potrebbe concludere, delle evidenti e, a quanto inteso dimostrare, necessarie politiche, relative agli anni in esame, di stabilizzazione del debito; e quindi politiche di sostegno all’economie europee.

E tuttavia, a parte le misure d’investimento programmate, ritengo piuttosto che per L’UE la chance maggiore e migliore di crescita risieda in un ennesimo nuovo patto tra governi, ovvero nella prospettiva di un accordo commerciale tra UE e USA, ancora in fase di negoziazione, meglio noto con l’acronimo TTIP (Partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti). Accordo che, in pratica, è finalizzato alla creazione di una nuova area di libero scambio tra le due più grandi economie del pianeta.

Angelo Giubileo

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