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Ex Pastificio Amato: 90 lavoratori senza più un euro

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Per 90 lavoratori dell’ex Pastificio Amato è un Natale Amaro. Il loro futuro è appeso ad un filo ed è per questo che hanno voluto riaccendere i riflettori sulla loro situazione.

Giovanna Basile, segretario generale Flai Cgil, nel corso della conferenza stampa organizzata oggi nella sede della Cgil Salerno con Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil della Provincia di Salerno ha parlato della situazione dei lavoratori ma anche delle prospettive:

“Abbiamo accolto positivamente l’ imprenditore cha ha rilevato il pastificio – dicono i sindacati – credendo in un ritorno al suo splendore produttivo ed occupazionale. Le rassicurazioni date dalle istituzioni e dal nuovo acquirente, sul non disperdere le professionalità non sono servite, tant’è vero che a maggio 2015 è scaduta la mobilità per numerosi lavoratori e a breve ne scadranno altre, alimentando il bacino dei disoccupati della provincia di Salerno”.

Secondo Ciro Marino, segretario generale Uila Uil, “gli impegni non sono stati mantenuti. È mai possibile che volumi di lavoro così importanti possano essere gestiti solo da 26 lavoratori, quando prima erano 119 quello che ci lavorano? Non è escluso che questi facciano gli straordinari. Se così fosse, non sarebbe meglio utilizzare i lavoratori rimasti fuori dall’azienda?”.

Il sindacalista, poi, denuncia anche un’altra anomalia. “Molti di questi 26 lavoratori erano iscritti ai nostri sindacati. Ora non più. Sarà una coincidenza o un diktat aziendale? Se così fosse, sarebbe una cosa gravissima”. Preoccupazione anche da parte di Aniello Garone, segretario generale Fai Cisl, che parla di un “grido di allarme per una situazione paradossale.

Con l’azienda rilevata dall’imprenditore Di Martino abbiamo tentato di avere rapporti ma senza esito dal giorno dopo l’acquisizione. Ci appelliamo al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, affinché apra un tavolo di confronto con l’imprenditore per capire quali sono i suoi reali propositi e qual è il piano industriale vero che noi, ad oggi, ancora non conosciamo”.

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