Il pubblico ministero Walter Brunetti aveva ipotizzato i reati di truffa e falso per una vicenda che faceva riferimento ai contributi alle emittenti private assegnati nel 2010 in base alla legge 448, rispetto alla quale furono prodotti ricorsi in ordine all’attribuzione dei punteggi alle singole emittenti televisive, attribuzione finalizzata alla determinazione del contributo erogato successivamente dal ministero dell’Economia.
Ilgiudice delle indagini preliminari, a cui la Procura chiedeva di firmare un decreto di rinvio a giudizio,ha ritenuto che nel calcolo dei punteggi e nell’assegnazione dei fondi non vi fu alcuna irregolarità. È stato emesso quindi un provvedimento di non luogo a procedere, perché «il fatto non costituisce reato», nei confronti sia dei vecchi componenti del Corecom che,tra gli altri,dell’editore di Telecolore,Antonio De Simone. Secondo l’ipotesi che era stata formulata dall’accusa, l’emittente salernitana aveva percepito irregolarmente il contributo attraverso una falsa dichiarazione, riguardante la modifica di status da pubblicista a professionista di alcuni giornalisti che avevano sostenuto l’esame professionale durante l’anno 2008. «Per il giudice dell’udienza preliminare – si legge in una nota – i chiarimenti forniti dall’editore di Telecolore (difeso dall’avvocato Michele Tedesco) sono stati sufficienti a dichiarare il non luogo a procedere. Quel contributo era stato legittimamente percepito e nessuna truffa è stata perpetrata in danno dello Stato».
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