Cava de’Tirreni: intitolate le strade cittadine ad Avigliano e Casaburi

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Strada_Avagliano_CavaSi è tenuta sabato 13 febbraio 2016, nel Salone di Rappresentanza del Palazzo di Città, la cerimonia di intitolazione della piazza della stazione ferroviaria, già piazza De Marinis, al Cav. Gaetano Avigliano (Sindaco nel dopoguerra, 1947-52) e di una strada in località San Cesareo, alla Prof.ssa Maria Casaburi (Assessore nel dopoguerra). Alla cerimonia presentata dal Professore Franco Bruno Vitolo, sono intervenuti il Consigliere Comunale con delega alla Cultura, Giovanni Del Vecchio, il Commissario Straordinario dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Cava de’Tirreni Carmine Salsano, il Presidente della Commissione Toponomastica Alberto Barone, il Docente Universitario di Storia, che ha trattato il tema: “Gaetano e Maria, colonne del dopoguerra” Giuseppe Foscari, il Colonnello Francesco Sciascia (Ass. ex allievi Nunziatella).

“E’ un onore per noi, afferma il Consigliere Giovanni del Vecchio, poter onorare la memoria di personaggi come Avigliano e Casaburi che hanno dato lustro alla nostra città. Gaetano Avigliano che è stato Sindaco nel dopoguerra, in un periodo molto delicato, ha avuto il merito di ricostruire il tessuto economico e sociale della nostra città. Maria Casaburi  è stata anche Assessore alla Cultura e a lei si deve la costruzione del nostro asilo nido comunale”. Dopo la presentazione al comune sulla storia di Gaetano Avigliano e Maria Casaburi, che ha avuto inizio con l’esibizione  della Fanfara Bersaglieri “Magg. Marcello Garzia” Sezione di Cava de’ Tirreni e la testimonianza di nipoti e pronipoti dei protagonisti della cerimonia, si è proceduto allo scoprimento delle targhe, rispettivamente alla stazione e a San Cesareo. La benedizione delle due strade è stata affidata per la stazione a Don Rosario Sessa e per San Cesareo a Don Pino Muller.

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  • A Salerno di recente è stata intitolata una piazza al mio avo Errico de MARINIS, cavesissimo, mentre a Cava si cancella la sua memoria e non è mai stato dato un riconoscimento al fratello Alberto de MARINIS, che tra tante investiture ha anche rischiato la vita in Alta Slesia (Polonia) in nome di imparzialità e correttezza della missione di pace che capeggiava tra Tedeschi e Polacchi.

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