‘Non torna la guerra fredda’ di Cosimo Risi

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cosimo risiA sentire parlare oggi di guerra fredda, i meno giovani  provano letteralmente un brivido. Soprattutto gli Europei e fra loro i Tedeschi. Fino al 1991  l’Europa e la Germania, allora divisa in Ovest e Est, segnavano la linea di demarcazione fra i due mondi: di qua il bene e di là il male. La guerra fredda, per buona sorte dell’umanità, non degenerò mai in guerra calda, altrimenti non staremmo qui a raccontarne. Ai più giovani, quelli del dopo Muro di Berlino, l’espressione dice poco, essi sono abituati a considerare l’Est d’Europa come parte dell’Unione europea e, nel caso della Russia, come un vicino importante con cui concludere affari.

La fine della guerra fredda coincide temporalmente con la fine dell’Unione Sovietica: 25 dicembre 1991. E’ nel giorno di natale che l’ultimo  Presidente dell’URSS rassegna le dimissioni dalla carica, la bandiera rossa è ammainata dal Cremlino e sostituita dalla bandiera di Russia. Nell’arco di pochi anni dall’accesso al potere, Mikhail Gorbacev avvia un processo di ristrutturazione (perestrojka) che, volendo riformare il sistema, lo fa implodere. Il sistema è ormai al di là della riformabilità. Prima si sfalda l’impero esterno, quello dei paesi “fratelli” dell’Est, e poi si sfalda l’impero interno. Alcune Repubbliche sovietiche si separano dall’URSS. Le tre più importanti (Russia, Ucraina, Bielorussia) firmano l’accordo di Belaveza per certificare la fine dell’URSS e la nascita della Comunità Stati Indipendenti.

Nel febbraio 2016, venticinque anni dopo i fatti di quel natale,  il Primo Ministro russo  rievoca la guerra fredda come prospettiva per il presente. Con gli Stati Uniti non si trova l’accordo su una posizione comune in Siria e il mancato accordo potrebbe varcare lo scenario siriano. La telefonata di qualche giorno fa fra i Presidenti russo e americano  avvicina le parti che  proclamano il cessate il fuoco in Siria e inducono il Presidente siriano Assad a convocare le elezioni per il 13 aprile.

Se gli eventi sul campo seguono le intenzioni dei Grandi, fra qualche giorno si dovrebbero intravvedere una soluzione al caso siriano e pure una limitazione alla massa di profughi. A migliaia scappano dalla guerra civile per riversarsi nella vicina Turchia e di là, lungo la rotta balcanica o del Mare Egeo, fino alle nostre terre.

Gli attori in campo sono numerosi, alcuni come  ISIS – DAESH sono apertamente ostili a qualsiasi compromesso che li vedrebbe perdenti. E allora: nutriamo fiducia che la guerra fredda sta alle spalle, esprimiamo cautela verso una pace vera e durevole.

Cosimo Risi

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