A raccontare l’iniziativa sono il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Gianni Simioli de La radiazza per i quali “dai manifesti emerge che, in alcune zone, è ancora viva la tradizione di dare nomignoli o soprannomi che, a lungo andare, vanno ad affiancare o addirittura a sostituire i veri nomi di battesimo o i cognomi, al punto che quando qualcuno che ha un soprannome muore è necessario ricordare proprio il soprannome per permettere a chi legge di capire di chi si tratta”.
“Sono tanti gli esempi, più o meno curiosi, più o meno spiritosi, ed ecco allora che si decide di far scrivere e ricordare il lavoro, “o tatuatore”, o una caratteristica fisica, “uocchie e buttone”, o una parentela “o figlio da semmentar’” hanno concluso Borrelli e Simioli per i quali “dalla raccolta di Fogliame potrebbe venirne fuori un libro fotografico”.
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