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Salernitano con distrofia muscolare racconta la sua odissea per essere curato

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Egregio Direttore,

mi chiamo R. D. G., ho 46 anni e sono invalido al 100%, ho la distrofia muscolare di Steinert, malattia che ahimè, sta peggiorando.

A seguito di un fortissimo dolore alla spalla che persisteva da giorni mi reco dal mio medico curante il quale, per poter decidere la cura più appropriata, mi prescrive una visita ortopedica da fare presso l’Azienda Ospedaliera Ruggi, ritenendo quel reparto uno dei migliori.

Mi reco in farmacia, la data utile più prossima è metà maggio, decido di accettare.

Dopo 3 giorni il dolore è sempre più insopportabile. Mi reco nuovamente del medico il quale mi ribadisce che, ritenendo la situazione urgente, aveva inserito sulla prescrizione medica, nell’apposito riquadro, la lettera U che dà diritto a ricevere la prestazione entro 72 ore pertanto mi esorta a presentarmi in ospedale per richiedere la visita.

Mi reco al nosocomio e lì comincia la mia odissea.

Espongo, educatamente, il mio problema ma vengo indirizzato da un reparto all’altro, dalla direzione sanitaria a quella amministrativa e da questa nuovamente alla sanitaria, senza considerare le mie difficoltà motorie.

Nessuno affronta il problema, nessuno in grado di dirmi a chi rivolgermi, anzi “vengo invitato a presentarmi presso altra struttura della provincia” ed ancora “mi sento dire….. se tutti gli invalidi chiedessero la priorità non ci sarebbe posto per chi non l’ha…”.

Mi sento offeso. Non è mia intenzione scavalcare nessuno, né fare polemica, e neanche dover insistere per vedere accolto un mio diritto.

A questo punto, dopo 5 ore, mi reco al pronto soccorso. Qui trovo un semplice infermiere che, capita la situazione, molto gentilmente, mi sottopone finalmente a visita.

Sono molto perplesso. In farmacia pur essendosi accorti dell’urgenza non hanno potuto fare questo tipo di prenotazione per cui mi chiedo: “se su una prescrizione viene inserita la famigerata lettera U è perché esiste una legge regionale, per di più già da alcuni anni, ma le strutture sanitarie preposte a doverla applicare non sono adeguate per cui un malato che ha diritto a ricevere in tempi brevi una prestazione legalmente riconosciuta deve munirsi di enorme pazienza e sperare che trovi sulla sua strada qualcuno che glielo riconosca”.

F.to UN UOMO MOLTO DELUSO

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