Sanità, De Luca incontra Lorenzin che lo rassicura: «Niente taglio posti letto»

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lorenzin-ministro-napoliNon ci sarà il paventato taglio di 800 posti letto in Campania. A chiarirlo definitivamente è stato il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin a margine di un appuntamento al Policlinico di Napoli. “Purtroppo – ha spiegato l’ equivoco il ministro – è stato fatto un calcolo su parametri e dati non corretti. Stiamo parlando di 600/800 posti letto in più dei quelli che vi sono oggi. Chiarito ciò – ha proseguito – come ho più volte detto secondo me il termine ‘posto letto’ è una unità di misura superata rispetto ai modelli organizzativi odierni. Per andare oltre il concetto di ‘posto letto’ – ha concluso – e pagare a prestazioni, definendo così i budget di una singola struttura, bisogna che il sistema sia efficiente”.

“Il taglio dei posti letto sarebbe stato intollerabile. Per fortuna si è trattato di un errore, anche se conoscendo i ministeri so che ci sono dei marpioni che basta che ti giri un attimo ti levano ciò che è tuo”. Vincenzo De Luca scherza sullo scampato pericolo degli 800 posti letto da tagliare in Campania.

“Ho avuto due tre giorni di confusione – ha aggiunto il governatore campano prima che il ministro Lorenzin, con lui al Policlinico di Napoli, confermasse che i posti non sono a rischio – perché dai calcoli fatti dalla struttura tecnica del ministero risultava la necessità di tagliare in Campania altri 800 posti letto. Ovviamente abbiamo reagito e spiegato che i criteri adottati erano totalmente sbagliati. Credo che abbiamo recuperato i nostri 800 posti letto. E siamo, comunque, sottodimensionati”.

“Bisogna fare sempre attenzione – ha aggiunto De Luca – perché i tentativi di danneggiarci sono sempre dietro l’angolo. Li abbiamo recuperati sulla carta, almeno per adesso. Vedremo nel momento in cui presenteremo il piano ospedaliero regionale e lì saranno contenute le previsioni dei posti letto. Dovremmo recuperarne tra i 400 e i 600. Ci auguriamo il ministero approvi un piano con questa previsione”. Al termine dell’ appuntamento al Policlinico ministro e governatore sono rimasti a colloquio per circa 45 minuti in una saletta riservata.

“Basta con le barelle nei corridoi e le sacche di urina per terra al Cardarelli. Una vergogna che nella riunione che abbiamo avuto stamani con i commissari delle Asl e i direttori dell’ emergenza si è deciso che sarà cancellata entro maggio-giugno”. Ha detto ancora De Luca intervenendo al Policlinico di Napoli a un appuntamento con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “Non si tira più a campare – ha proseguito De Luca – e lo dico anche ai nostri uffici regionali. Qualcuno pensa che tanto noi prima o poi ce ne andiamo e loro restano. Ma può succedere anche che qualcuno resti senza testa. Meglio lo mettano nel conto”.
Siparietto sul piano di rientro dal deficit sanitario tra il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ed il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin. “Voglio che la Campania esca dal piano di rientro in due anni” l’auspicio del ministro mentre interviene al Policlinico di Napoli. De Luca, che le siede accanto, scuote la testa, gesticola e poi con la mano fa cenno che ne basta uno. Il ministro se ne accorge tra le risate dei presenti: “No, uno no – gli dice – non ce la fai. Ma chi sei, Mandrake?”.

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  • Il taglio dei posti letto ci sarà ugualmente, al di là del siparietto politico. L’importante è non penalizzare la sanità della metà sana della Campania, con il solito napolicentrismo, che ha ormai contagiato anche il nostro caro Presidente. Abbiamo già regalato il Porto di Salerno ai napoletani. Il porto più efficiente della Campania sarà ora gestito dalla città più disastrata d’Italia, non solo in tema di porti. E’ un po’ come inviare il capitano Sketty, a insegnare ai nostri studenti la gestione del panico. E’ un po’ come se il popolo casalese volesse insegnare al resto della regione la legalità o il popolo partenopeo volesse darci lezioni di differenziata. Quando le ASL napoletane erano le più indebitate d’Europa, con i ricoverati sulle barelle, il napolicentrismo cieco chiudeva ospedali di eccellenza, come quello di Agropoli. Poi l’hanno riaperto per poter prestare cura ai loro compaesani che ogni estate invadono e imbrattano il Cilento, trasformandolo a proprio uso e consumo. Occorre premiare le eccellenze e chiudere i posti mal abituati dalla Storia. Inutile continuare a penalizzare la buona sanità di Avellino, Benevento e Salerno, quando persino i napoletani vengono a curarsi qui da noi, per avere un po’ di qualità. I fondi di investimento si sprecano sempre su Napoli e Caserta, con un assistenzialismo che in tanti anni ha prodotto solo danni. Le province che ricevono meno fondi in tema di sanità (vedi Avellino, Benevento e Salerno), sono stranamente i luoghi in cui la sanità funziona meglio che altrove. I luoghi che da sempre ricevono più fondi (e non solo per la sanità), restano ancora oggi la vergogna d’Italia, per cronaca nera, inquinamento e malasanità. Al prossimo taglio, non tagliate chi produce eccellenze, ma tagliate gli sprechi che continuano a prodursi quotidianamente in quei luoghi abituati male dalla Storia.

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