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Processi in cambio di regali, indagato un giudice di Salerno

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Blitz della Procura di Napoli nella casa di un giudice salernitano. Il pool coordinato dal procuratore aggiunto Alfonso d’Avino – come riporta l’edizione online del quotidiano “Il Mattino” – ha avviato le perquisizioni anche in commissione tributaria di Salerno, in una inchiesta che punta a verificare l’esistenza di un gruppo di potere organizzato per condizionare lo svolgimento di processi in cambio di regali e altre utilità. Secondo le prime informazioni, nell’inchiesta sarebbero coinvolti anche alcuni avvocati per un totale di una decina di indagati.

Il magistrato indagato – si legge in un lancio di agenzia ANSA – è Mario Pagano che era in servizio presso il Tribunale civile di Salerno prima di trasferirsi a Potenza dove riveste la carica di presidente di sezione civile. Tra i reati ipotizzati a suo carico vi è quello di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, abuso d’ufficio, millantato credito, traffico di influenze illecite e accesso abusivo nel sistema informatico.

Secondo le ipotesi accusatorie il magistrato avrebbe raccolto segnalazioni in riferimento a procedimenti in corso davanti ad uffici giudiziari del Tribunale di Salerno e presso la Commissione tributaria. A quanto si è appreso le indagini condotte dai pm di Napoli Celeste Carrano e Ida Frongillo, e coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, è scaturita da intercettazioni telefoniche nel corso delle quali sarebbero emerse segnalazioni e raccomandazioni relative a procedimenti giudiziari.

Giudice indagato: chiesta apertura pratica a Csm. Sul caso del giudice Mario Pagano, indagato dalla procura di Napoli per una serie di reati, a cominciare dall’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, potrebbe presto intervenire il Csm.

Il consigliere laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha infatti chiesto al Comitato di presidenza l’apertura di una pratica in Prima Commissione per “valutare se sussistano profili di incompatibilità ambientale o funzionale sotto il profilo dell’appannamento dell’immagine di terzietà e imparzialità” per il magistrato coinvolto nell’indagine. Se il vertice di Palazzo dei marescialli darà il via libera alla richiesta la Commissione incaricata dovrà in sostanza accertare se vi sono i presupposti per un trasferimento d’ufficio del giudice sotto inchiesta.

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