Sociologo, giornalista, teologo, uomo di impegno civile. Ha celebrato le sue ultime S. Messe da parroco ieri domenica 18 settembre , in una Chiesa gremita come sempre , ma ieri di più,da migliaia di cittadini accorsi anche da altre zone della città, per dirgli semplicemente grazie! Un grazie per averli ascoltati, accompagnati nella crescita personale e collettiva, nella condivisione di valori e impegno per l’altro.
Alle ore 19,00 don Pietro Mari, il prete” scomodo” e come lui dice ironicamente anche “scaduto” , che nel 1970 piantò un albero nei pressi della desolata chiesetta, oggi sala Martin Luther King, e fu denunciato per occupazione di suolo pubblico con i bambini , scout e un ex comitato di quartiere oggi inesistente, ha celebrato la sua 68millesima S. Messa. Dopo aver battezzato in questi anni 6.800 bambini, aver sposato, anche con matrimoni misti e interreligiosi 1.600 coppie.
Un record che con spirito di servizio alla Chiesa e alla sua gente ha sempre mantenuto coinvolgendo associazioni, gruppi di preghiera, missionari,parroci di altre parrocchie, padri francescani e saveriani. Un uomo solo al comando di una comunità? Un prete presenzialista? Un uomo testardo ? No semplicemente un leader, un punto di riferimento per tutti, fedeli e non , uomini e donne, bambini e bambine, in quella S. Messa della domenica alle 10,00 tutta per loro con le prime bambine chierichetto della storia oggi madri e mogli, suore e missionarie, casalinghe e dottoresse.
Ha provato ieri e ogni volta che ha celebrato ,la stessa emozione del primo giorno, di quel 1967, a cui la madre di nome Libera, persa troppo presto a soli 18 mesi, non ha potuto vedere. Allevato , cresciuto, educato da una nonna semplice e immensa e da un padre che ha creduto fortemente nelle sue potenzialità umane , oggi don Pietro Mari, avrebbe potuto continuare ancora per pochi mesi il suo operato di parroco , ma la decisione presa per lui, è il senso dell’obbedienza che un prete ha scelto nel suo cammino.
Ha scritto una lettera dedicata prima a se stesso, poi alla comunità del Volto Santo e infine al suo successore augurandogli di continuare a servire una parrocchia piena di fermento sociale e umano. Tanti gli interventi di amici, ex chierichetti, catechisti, coristi, in quella che lui stesso ha definito “l’ultima cena”, anche con Giancarlo, un ex ragazzo speciale che ha cantato dall’altare il Padre Nostro nella commozione generale. All’offertorio gli portano sull’altare un paio di sandali per camminare , un grembiule per servire , un abbraccio per la pace e l’amore che lui ha diffuso in mezzo secolo .
E improvvisamente la Parrocchia Volto Santo di Pastena, si è trasformata in un unico abbraccio tra persone anche sconosciute tra loro, tra una lacrima e un sorriso, mentre i padri saveriani e gli amici parroci pervenuti distribuivano tra la folla il corpo di Cristo fatto uomo. Una vera Comunione di anime e di corpi, di fede e carità, in questo giorno di pioggia settembrina.
I canti scout, le poesie, le dediche , i saluti e la benedizione finale sono intervallati da applausi scroscianti come in una festa patronale, mentre lui, il prete guerriero della luce , come il titolo di un meraviglioso libro di Paulo Coelho, consegna a tutti un libricino da lui scritto e la lettera promessa. Ironizza scherza il don , per non commuoversi ancora una volta e lascia la sua amata parrocchia ispirato da una famosa canzone napoletana annunciando: “Io ogni notte vi sognerò!” Gilda Ricci
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