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Tagli alla sanità, scattano 296 licenziamenti al Campolongo Hospital

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Il Campolongo Hospital, lo storico centro di riabilitazione di Eboli, punto di riferimento nel campo della traumatologia e riabilitazione a livello nazionale, di 260 posti letto oltre ai servizi sanitari e diagnostici ed in convenzione con la Regione Campania è in crisi dopo i tagli imposti dal commissario. Una crisi che è sfociata nelle lettere di preavviso di mobilità (l’anticamera del licenziamento) per i 296 dipendenti della struttura.

Nel mirino le scelte del commissario regionale Joseph Polimeni. «C’è poco da stare tranquilli» dicono i sindacalisti Angelo Di Giacomo, Cgil, Pietro Antonacchio, Cisl, Felice Vocca, Uil. Nel corso di una affollata assemblea con i lavoratori patron Camisa ha detto: “Il taglio dell’1% per la sanità privata campana previsto dal commissario regionale Joseph Polimeni per il Campolongo rischia di diventare un abisso se sommato, come ha più volte sottolineato alle inadempienze della Regione in materia di pagamento delle prestazioni fornite dal Campolongo in regime convenzionato.

La decisione del commissario – ha detto Camisa – è solo la punta dell’iceberg dei problemi che sta subendo il comparto privato della sanità. Garantiremo il salario ai nostri lavoratori, ma abbiamo dovuto chiedere loro di firmare la lettera di messa in mobilità. È chiaro che adesso dovremo svolgere un percorso che ci porti anche a scelte politico-aziendali diverse per garantire il futuro ai lavoratori

«Siamo preoccupati per noi e per i nostri pazienti – aggiunge Felice Vocca della Uil – Per questo venerdì (domani, ndr) alle 10, protesteremo davanti alla Regione coi dipendenti delle altre case di cura private campane. Poi il 17 ottobre, lo sciopero generale di categoria». Una rabbia, quella del personale del Campolongo Hospital, trasfusa in una nota inviata a De Luca e Polimeni: «Siamo indignati da provvedimenti scellerati che riducono a mero calcolo contabile un diritto alla salute costituzionalmente garantito. Intere famiglie messe sul lastrico perché a scegliere del loro destino è un taglio incomprensibile alla loro offerta lavorativa che nessuno può mettere in discussione, trattandosi di cure prestate a cittadini che ne abbisognano con urgenza e con prestazioni adeguate alle loro esigenze».

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