Da Perugia ad Assisi, una marcia contro ogni indifferenza (di Tony Ardito)

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tony-arditoUna sterminata teoria di donne e di uomini d’ogni età ieri ha attraversato il percorso che da Perugia porta ad Assisi per rinnovare, con la Marcia della Pace, dedicata a Giulio Regeni, sentimenti e valori dei quali l’umanità e il mondo intero hanno smisurata esigenza. Di anno in anno, la marcia ha assunto significati vari e diversi, tuttavia ha sempre scandito i medesimi principi. Principi non necessariamente legati ad una fede, ad un credo, ma ispirati all’universale riconoscimento del rispetto della dignità dell’uomo e della sua centralità.

Numerosissimi i comuni, i sindaci, gli amministratori, le associazioni di volontariato che hanno partecipato, tanti i giovani e gli studenti, e tra questi, un gruppo di una scuola superiore di Amatrice al quale è stata tributata una calorosa accoglienza. Vedere in tv le immagini di questa lunga scia di testimoni di speranza, ascoltare i commenti della gente comune, apprezzarne l’entusiasmo non può lasciare indifferenti.

Ciascuno di noi avverte forte il desiderio di pace a cui sicuramente attribuisce un significato profondo ed una funzione fondamentale; tuttavia, evidentemente non facciamo abbastanza per abbattere le molte riserve, i tanti steccati, i quali talvolta ci impediscono addirittura di interloquire con i nostri simili, di riconoscere ed accettare i torti e di porci rispetto all’altro, qualunque altro, con la medesima umiltà che di contro vorremmo.

“Vinci l’indifferenza e conquista la pace” è lo slogan scelto per l’appuntamento del 2016, una esortazione a guardare ed andare oltre. Non si tratta solo di sconfiggere la indifferenza rispetto ai drammi del mondo, ma di battere quella che si frappone tra noi ed il prossimo. La lodevole iniziativa di Assisi si propone come un pungolo per le nostre coscienze. Una giornata-simbolo che richiama la attenzione sui temi della concordia e sulle tante emergenze materiali e spirituali dei luoghi che vivono in un perenne conflitto.

Ieri, un potente sentimento di solidarietà ha mosso centomila persone e  messo in cammino i valori migliori; ritengo necessario, oltre che utile, saper cogliere e perché no, emulare, quella voglia di praticarli con semplicità e fierezza.

Si tratta forse di un prova difficile, ma non per questo inattuabile. La pace non è solo quella di un sempre precario silenzio delle armi che si può accordare o no fra Stati, o quella che si invoca per le etnie dilaniate dall’odio, ma anche quella che rompe le catene dell’egoismo e che, a fronte delle tante asprezze che le contingenze continuano a riservare ad ognuno, non ci fa derogare al bisogno di umanità ed alla capacità di comprendere e discernere tra ciò che è giusto e quello che invece non lo è, né lo sarà mai.

 

editoriale a cura di Tony Ardito.

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