Per una questione di equilibrio (complessivo, non solo difensivo), la sensazione è che difficilmente (se non in determinate gare) sarà possibile riproporre le due punte più Rosina. Ed ecco allora che uno dei tormentoni della scorsa stagione, quello della convivenza di Coda e Donnarumma (i gemelli del gol, risultati decisivi ai fini della permanenza in B dei granata) torna di strettissima attualità. Ed ecco che sarà importante gestire anche coloro i quali stanno trovando poco spazio (per evitare che ai vari Caccavallo e Joao Silva possa venire il mal di pancia).
Contro i sanniti è rimasto fuori l’ex Teramo, Rosina è risultato decisivo pur non incidendo sul risultato scompaginando i piani della retroguardia avversaria, mentre Coda ha ricevuto pubblici elogi per l’incredibile mole di lavoro svolto (che però gli ha tolto qualcosa in termini di pericolosità offensiva e lucidità sotto porta). Sannino potrebbe cambiare qualcosa dal punto di vista degli interpreti, ma lo scacchiere tattico dovrebbe rimanere immutato, con questo 3-5-1-1 pronto a diventare 4-4-2 in fase d’attacco, con un moto perpetuo da parte di tutti e dieci i giocatori di movimento.
Fondamentale è la disponibilità al sacrificio da parte di tutti: Improta ha indossato spesso i panni del terzino, ma non ha fatto mancare il suo apporto nella metà campo avversaria, Perico ha galleggiato tra il centro della difesa e l’out di destra, Zito ha saputo spingere ma anche coprire le spalle a Vitale protagonista di ottimi sganciamenti offensivi. Con un simile atteggiamento (mentale ancor prima che tattico), la Salernitana può cercare di fare risultato anche al Rigamonti, dove Sannino ritroverà Odjer (in lizza per una maglia a centrocampo).
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