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Terremoto, un maledetto nemico con cui imparare a convivere (di Tony Ardito)

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Quella di questi giorni è la immagine di un Paese che mostra tutta la sua fragilità, la sua precarietà. Nel 1908 fu a Regio Calabria e Messina, nel 1968 nel Belice, nel 1976 in Friuli Venezia Giulia, nel 1980 nell’Irpinia, nel 1997 in Umbria, nel 2002 in Molise, nel 2009 in Abruzzo, nel 2012 in Emilia Romagna, ed ora la violenza del terremoto devasta una area compresa tra Lazio-Marche-Umbria.

Il sisma che ciclicamente devasta cose e coscienze ha già messo e sta continuando a mettere duramente alla prova l’intera nazione. Riaffiorano drammaticamente la precarietà del nostro ecosistema e la colpevole incuria umana.

Meravigliosi borghi della Penisola rasi al suolo, memorie e storie cancellate, vittime di una natura impietosa, rispetto alla quale si palesa tutta la inadeguatezza della mano e della opera dell’uomo, troppo concentrato nel soddisfare i propri egoismi per potersi concentrare, invece, sulla esigenza di porre mano e fare fronte a necessari, strutturali cambiamenti.

Francamente, non piacciono le diatribe o le scaramucce via social e l’immancabile rimbalzo di responsabilità, non appassiona la affannosa ricerca dei colpevoli di turno; interessa invece che si dedichi seriamente più tempo, energie e risorse ad un progetto complessivo di adeguamento dell’intero territorio italiano alle più recenti norme in materia antisismica.

È forte il desiderio di tornare alla normalità, al proprio quotidiano, di ricominciare, ma in queste ore ci si rende sempre più conto che il terremoto è un maledetto nemico con cui anche l’Italia deve, ahimè, imparare a convivere.

Le immagini di Amatrice, poco più di due mesi fa, di Ussita e Norcia oggi, al di là della emotività e della umana compassione, devono indurre a convincere che la prevenzione, il rispetto della natura, lo studio e la applicazione delle più innovative tecniche di costruzione, rappresentano i soli strumenti, le uniche armi possibili per difendersi dagli eventi tellurici.

L’Italia è geologicamente giovane, ma architettonicamente molto antica;  la vera sfida è riuscire ad  individuare un punto di equilibrio mediante il quale poter garantire ai singoli individui ed a ognuna delle comunità elevati standard di sicurezza. In gioco c’è la vita di tutti e non credo che su questi argomenti possano mancare la disponibilità e la volontà di ciascuno a compiere uno sforzo, un sacrificio in più a tutela della incolumità propria e dei propri affetti, dei nostri averi e di tutto ciò che ci circonda.

 

editoriale a cura di Tony Ardito

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