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Salerno, dissequestrate le Fonderie Pisano, l’attività riprende

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Il tribunale del riesame ha stabilito il dissequestro totale dell’impianto di via dei Greci
. Le Fonderie Pisano dunque possono ritornare alla produzione. Lo scrive il sito on line del quotidiano La Città.

Il sito di Le Cronache aggiunge: “accolto il ricorso dell’avvocato Scarlato, non ci sono prescrizioni”.

La decisione è arrivata nel pomeriggio, quando i giudici del tribunale del Riesame (presidente Gaetano Sgroia) hanno accolto il ricorso presentato lo scorso novembre dal legale dell’opificio di via dei Greci, l’avvocato Guglielmo Scarlato. Per i giudici l’Aia (autorizzazione integrata ambientale) rilasciata nel 2012 era legittima. Altro punto nodale che ha fatto scattare il dissequestro riguarda il superamento delle criticità ambientali. Gli esiti dei controlli svolti dall’Arpac nel mese di agosto 2016 attestavano la conformità ai limiti tabellari dei parametri relativi agli scarichi.

Il delegato Rsu Angelo Clemente ha così commentato la notizia:  “Non abbiamo ancora visto materialmente il documento emesso dal Riesame – ha sottolineato il sindacalista – ma da quanto sappiamo si tratta della conferma della piena legittimità dell’Aia e che di conseguenza le emissioni delle fonderie Pisano non sono inquinanti, come ribadiscono anche i dati dell’Arpac. Tecnicamente, il ciclo di produzione potrebbe riprendere anche in questo momento, ma occorrono alcuni giorni prima di andare di nuovo a pieno regime. Comunque la soddisfazione di noi lavoratori è davvero tanta, siamo felici per questa pronuncia del tribunale”.

FUOCHI D’ARTIFICIO ALLE PISANO

 

Soddisfazione, intanto, dalle rappresentanze sindacali. “Non abbiamo mai commentato le decisioni della magistratura, quando ci penalizzavano – spiega Anselmo Botte, Cgil Salerno – e non lo faremo neanche oggi, ora che questa decisione rappresenta uno spiraglio di speranza per le maestranze. Non perdiamo però di vista il nostro obiettivo che riguarda la delocalizzazione che va approntata in tempi rapidi”.

È, invece, amareggiato il Comitato Salute e Vita, presieduto da Lorenzo Forte che da anni si batte contro lo stabilimento per l’impatto ambientale che questo ha generato sull’intera area. “Aspettiamo di leggere il dispositivo – commenta Forte – ma siamo convinti che questa decisione per la popolazione sia una notizia funesta. C’è da parte nostra tanta amarezza; rappresenta una condanna a morte per i cittadini.

Oggi, oltre al traffico e alle code interminabili del centro commerciale Le Cotoniere da poco inaugurato, i residenti devono tornare a combattere anche contro i disagi delle fonderie. La nostra battaglia non si ferma. Convocheremo a breve un’assemblea pubblica per delineare le iniziative da intraprendere ma intanto aspettiamo risposte certe e concrete dalla politica che deve fare qualcosa”.

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