Vale la penna di_versar (Parole, vino e libertà)

Maria ha 40 anni. I capelli legati, tirati, stretti stretti. Le piace così, da sempre. Per esser libera di vedere, fare. Solo una ciocca a volte si ribella e lei vi soffia su.

Soffia sulla rabbia, la noia, su tutte le volte che muove un “sì” e invece vorrebbe urlare no.

Un soffio come antistress.

Dice.

E lo dice a se stessa.

Non ha amiche, Maria. Non ha tempo.

La casa, le corse e rincorse, un marito quasi assente – per il lavoro, per pagare il mutuo, per un salto al bar perché ogni tanto bisogna respirare – e Irene.

Irene ha 3 mesi. Due occhi blu che la scrutano e la giudicano.

Così le sembra.

È la tua coscienza – ride, suo marito.

Lei no, non ride. Ha paura di non farcela. A tenere quegli occhi, il pianto, le notti senza sonno.

Il tempo che va. Quel qualcosa che non va.

Ha paura. Della rabbia. Dei “non riesco più!” Che ingoia come pugni chiusi e mai digerisce.

Crescono dentro in quel non grembo non accogliente.

Ha paura, Maria. Di dire “Basta”

Di Irene.

Di un Amore perfetto che le vogliono cucire addosso.

Perché una madre non può.

Allora sorride. Stringe i pugni, soffia sulla ciocca, si piega a tutti i “devi” e va.

Shhhh …