Nel suo computer sono stati trovati 243 video pedofili e 952 foto della stessa natura, di cui 41 con bambini al di sotto dei dieci anni. Materiale in gran parte scaricato da internet ma che gli inquirenti non escludono possa essere stato acquisito, seppure in minima parte, tramite contatti diretti. Anche perché risulta che il giovane avrebbe approfittato del contatto con le due dodicenni (residenti a Catania) per creare un falso profilo facebook, fingendosi una di loro e cercando di avvicinare così altre minorenni da iniziare al sesso virtuale. Le indagini sono partite dalla segnalazione di un genitore delle ragazzine siciliane.
La polizia postale risalì all’identificativo di un computer in una casa di Campagna, dove abitava una coppia con due figli giovani, e nell’hard disk fu trovato il materiale pedopornografico. Da principio i sospetti si concentrarono sul padre, ma poi l’uomo fu i prosciolto e le indagini si indirizzarono sul figlio Simone, che nel frattempo si era trasferito a Roma. Lì una perquisizione disposta dal sostituto procuratore Roberto Penna consentì di trovare l’ingente materiale pedopornografico e spianò la strada all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare
E ieri, a conclusione del percorso giudiziario, la pena a sei anni di reclusione con rito alternativo. Una pena «esemplare» per questo tipodi reatochei giurististannovalutandodi ritenere alpari di unaviolenza sessuale